16 Maggio 2023 Giudiziaria

SONIA ALFANO: “DA OGGI CHI STA DALLA PARTE DI CATTAFI STA CON LA MAFIA”

“Ricordo come fosse ora le minacce che spesso Cattafi rivolgeva alla mia persona nel 2013 davanti al gup di Messina. Ero parte civile e sapeva che l’avv. Fabio Repici ed io eravamo l’ostacolo alla sua libertà, che eravamo gli unici a disturbare il suo ruolo di boss mafioso, e gli unici ad opporsi al tentativo fallimentare di accreditarsi come teste sulla trattativa stato mafia con la Dda di Palermo. Quei tentativi erano plateali, ed io ho sempre risposto a quegli atteggiamenti con la promessa che avrei fatto di tutto per dimostrare le sue responsabilità e per ottenere giustizia. Oggi finalmente la Cassazione sancisce queste responsabilità, e nessuno potrà più negare che Cattafi non solo è un boss mafioso, ma che soprattutto è da sempre l’elemento di collegamento tra gli apparati deviati dello Stato, mafia e politica. Da oggi, chi sta dalla parte di Cattafi, sta con la mafia. Io continuerò a pretendere chiarezza sul suo ruolo nell’ambito dell’omicidio di mio padre e non mi fermerò davanti a nulla".

Lo dice a stampalibera.it Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe Alfano, assassinato da Cosa Nostra a Barcellona Pozzo di Gotto l'8 gennaio 1993, gia' presidente della Commissione antimafia del parlamento europeo, a poche ore dalla sentenza della Cassazione che, rigettando il ricorso difensivo, ha confermato la condanna a sei anni di reclusione per associazione mafiosa inflitta dalla Corte d'appello di Reggio Calabria a Rosario Pio Cattafi, accusato di far parte di Cosa nostra barcellonese fino al 2000 e considerato il trait d'union fra mafia e istituzioni nella provincia di Messina. Cattafi fu arrestato il 24 luglio 2012 su richiesta della Dda di Messina con l'accusa di capo dell'organizzazione mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto. Condannato a dodici anni di reclusione, per effetto della diminuzione del rito abbreviato, dal gup di Messina il 16 dicembre 2013, aveva ottenuto la riduzione della condanna a sette anni e l'esclusione dell'aggravante di capoclan dalla Corte di appello di Messina il 24 novembre 2015. L'1 marzo 2017 la Corte di Cassazione, quinta sezione penale, accogliendo il ricorso del difensore di Cattafi, l'avvocato Salvatore Silvestro, annullo' la sentenza con rinvio per nuovo giudizio alla Corte di appello di Reggio Calabria. La Corte reggina il 6 novembre 2021 confermo' la condanna di Cattafi con una motivazione che sottolineo' il suo importante ruolo di cerniera fra Cosa Nostra e il potere legale, rideterminando la pena in sei anni di reclusione. La sentenza venne successivamente impugnata dalla difesa di Cattafi.