27 Luglio 2023 Politica e Sindacato

“Vogliamo la cura del territorio, non il ponte sullo Stretto!”. Il 12 agosto il corteo a Messina

Se ci dessero in mano 14 miliardi e ci dicessero "Tieni! Usali come meglio credi ma a condizione che sia per il bene della collettività", ognuno di noi non avrebbe tentennamenti su come usarli. Li useremmo per mettere in sicurezza le infrastrutture, le scuole, i territori dal rischio incendi e da quello sismico e idrogeologico. Li useremmo per garantire un adeguato personale nelle strutture sanitarie, avere una sanità di prossimità. Li useremmo per dotarci degli strumenti che ci permettano di farci trovare pronti quando gli effetti dei
cambiamenti climatici arrivano.
Quante volte abbiamo sentito "Prevenire è meglio che curare". Invece, ancora una volta, abbiamo toccato con mano le incapacità gestionali che da troppo tempo ci attanagliano: una giornata di scirocco ha messo in ginocchio mezzo Sud perché nulla era stato predisposto: autostrade, strade, aeroporti, ferrovie,
acquedotti, distribuzione dell'energia elettrica bloccati; ettari di territorio andati in fumo. Tutto ci dice dell'incapacità di predisporre piani di emergenza di parte di chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica.

Però il governo, Salvini in primis, utilizzerebbe 14 miliardi per costruire il ponte sullo Stretto. E non c'è da meravigliarsi: questa gente è nemica della prevenzione, questa gente preferisce curare dopo le catastrofi, invece che prevenire. E il ponte sta esattamente dentro questa logica. Prima si distrugge per realizzare il manufatto, poi, eventualmente, sempre se frutta abbastanza, si curano le conseguenze della distruzione.

Dopo gli incendi che hanno bruciato la Sicilia e la Calabria per tutta la settimana, culminati in roghi che sono arrivati fin dentro le case delle nostre città, avvertiamo che ci sarebbe tanto da fare. Ci assale, però, la rabbia e vorremmo che le nostre comunità avessero gli strumenti per fronteggiare la situazione in autonomia, perché tanto gli strumenti dello Stato sono volutamente carenti. Ma non è così e le chiacchiere o i commenti spostano ben poco.

Noi, allora, con lo stesso spirito con cui abbiamo indetto la manifestazione del 12 agosto, ribadiamo che la battaglia contro il ponte è una battaglia per una diversa gestione dei territori.  Per questo abbiamo fatto appello ai territori in lotta, per questo crediamo che la manifestazione del 12 agosto dovrebbe coincidere con la prima risposta di piazza a quanto successo in questi giorni.
Per indicare i responsabili, per immaginare e provare a costruire un'alternativa concreta alle catastrofi provocate da Stati e Governi criminali. Con il pensiero a chi si è trovato le fiamme che bussavano alla finestra, a chi ha dovuto abbandonare la propria abitazione, a chi ha rischiato la vita per salvare i propri affetti, a chi purtroppo gli affetti li ha persi...
...noi i soldi li vogliamo per le infrastrutture di prossimità, per la prevenzione, per rendere la nostra una vita dignitosa, per avere acqua e luce, per attraversare strade e autostrade sapendo di poter tornare a casa sani e salvi. Noi non chiediamo, noi pretendiamo risorse per la sicurezza dei territori e delle nostre città. Il ponte sullo Stretto è figlio di una follia distruttiva deve essere cancellato dal futuro dei nostri territori.
Ancora una volta: VOGLIAMO I SOLDI DEL PONTE PER LA MESSA IN SICUREZZA DEI TERRITORI!