“LUPARA GIUDIZIARIA”: Il sindaco di Taormina Cateno De Luca condannato a 8 mesi di reclusione per diffamazione
Il sindaco di Taormina e deputato regionale Cateno De Luca, è stato condannato per diffamazione a 8 mesi e 15 giorni di reclusione (oltre al pagamento delle spese processuali), con la sospensione condizionale della pena subordinando tale beneficio all'integrale risarcimento del danno, nell’ambito del processo celebrato a Reggio Calabria e nato dalle denunce presentate dall’ex procuratore generale di Messina Vincenzo Barbaro, per quanto scritto nel libro “Lupara giudiziaria” scritto da De Luca. Condanna a 4 mesi di reclusione (oltre al pagamento delle spese processuali) per l’editore del libro, Armando Siciliano, a cui è stata concessa la sospensione condizionale della pena.
La giudice Greta Ieri (nelle foto il dispositivo della sentenza) ha poi condannato Armando Siciliano al risarcimento del danno nei confronti della parte civile Vincenzo Barbaro (da liquidarsi in separata sede) e al pagamento di una provvisionale che si liquida in 7mila euro, oltre che al pagamento di 5mila euro a favore della parte civile per le spese di costituzione e difesa.
Vincenzo Barbaro e’ stato difeso dall’avv. Tommaso Autru Ryolo mentre l’onorevole Cateno De Luca è stato difeso dagli avvocati Tommaso Micalizzi e Carlo Taormina.
"Sono stato condannato ad otto mesi di reclusione pena sospesa … E ne sono orgoglioso! Rifarei tutto quello che ho fatto", è il commento, affidato ai social, di De Luca.
Di seguito il video:
"Oggi è un giorno di giustizia e di affermazione della verità. La Procura di Reggio Calabria si è espressa sulla causa che aveva avviato l’ex procuratore Vincenzo Barbaro che aveva avanzato una richiesta di risarcimento danni di 100.000 euro in seguito a quanto raccontato nel mio libro "Lupara Giudiziaria", nel quale ho documentato i 12 anni di travagliata vicenda giudiziaria che mi ha coinvolto. Tutto ebbe inizio a Messina, quando decisi di aprire una battaglia contro la Procura di Messina in seguito al mio primo arresto. Una battaglia tesa a ristabilire la verità dei fatti. È stato allora che il Procuratore della Repubblica Vincenzo Barbaro entrò in scena nella mia vita. Da quel momento, si scatenò una tempesta giudiziaria che durò ben 12 anni. Durante questi anni ho dovuto affrontare un tritacarne giudiziario che sembrava non avere fine. Mi sono ritrovato contro il mondo, ma non mi sono mai piegato alle pressioni e alle difficoltà. Ho continuato a lottare con determinazione e oggi la sentenza del Tribunale di Reggio Calabria ha riconosciuto la mia posizione. Tutto ciò che ho documentato nel mio libro è stato oggetto di approfondita analisi da parte del tribunale, che ha ritenuto di archiviare la richiesta di risarcimento danni. Questo rappresenta una chiara affermazione della verità e della correttezza delle mie azioni. Da una previsione di tre anni di condanna si è passati ad una richiesta di un anno del pubblico ministero ma Barbaro si è dovuto accontentare di una misera condanna ad 8 mesi pena sospesa che ovviamente ribalteremo in appello".