4 Novembre 2023 Politica e Sindacato

Gelmini silurata dalla Commissione Affari Costituzionali. Borghi: Dafne Musolino più capace e affidabile di te

Azione e Italia Viva non andavano d’accordo neppure quando andavano d’accordo, figuriamoci adesso che non vanno più d’accordo. L’ex ministra bresciana Maristella Gelmini, che sedeva in commissione Affari costituzionali ma da qualche ora non vi siede più, è stata sostituita dal capogruppo Enrico Borghi per volere di Renzi. E' la stessa Gelmini a comunicarlo su Facebook: "Non farò più parte della Comm. Affari Costituzionali - Senato. Non l’ho deciso io, ma @matteorenzi e @EnricoBorghi1 che non hanno avuto neanche il coraggio di dirmelo. La decisione mi è stata comunicata, con non poco imbarazzo, da una funzionaria di IV. Complimenti per lo stile…".

Sono le scorie della separazione tra Azione e Italia Viva che tuttavia fanno ancora gruppo unico in Parlamento.

La commissione Affari costituzionali è parecchio strategica in questo momento, passando da lì il dossier del premierato su cui Meloni ha trovato sponda in Renzi. Un posto di peso dunque quello occupato da Gelmini.

Dafne Musolino sostituirà Gelmini.

Mariastella Gelmini sarà sostituita dalla messinese Dafne Musolino, arrivata in Iv dopo aver lasciato Sud chiama Nord, partito fondato da Cateno De Luca, ex sindaco di Messina, e con il quale era stata eletta.

La replica.

Dopo il post della Gelmini non si è fatta attendere la replica del capogruppo Borghi: «Cara Maria Stella, visto che ti sei abituata a disertare le riunioni del gruppo dove si affrontano questioni, per portarle in pubblico, ti risponderò pubblicamente: ritengo che Musolino sia più capace e affidabile di te in prima commissione. Tocca al capogruppo decidere. E ha deciso, sapendo di esprimere il consenso maggioritario del gruppo. Tutto qui. Stai bene». A Borghi, anche lui un Iv di recente conversione (eletto nel Pd se ne è andato in disaccordo con la leadership Schlein), Carlo Calenda ricordava ieri che quando si è trattato di farlo capogruppo, Azione, «pur potendolo per statuto non aveva messo il veto».