Liquidazione Cus Unime, ok del Tribunale al concordato
Il Tribunale di Messina ha omologato il concordato fallimentare del Cus Unime. Ora Nino Micali, in qualità di liquidatore, auspica “una definizione bonaria dell’intera vicenda”, ovvero spera di recuperare i crediti vantati presso l’Ateneo senza dover ricorrere a particolari procedure. Nel provvedimento il giudice civile Daniele Carlo Madia (II sezione) a proposito dei crediti scrive che “non sono emerse condizioni ostative anche quanto al requisito della meritevolezza in merito all’assunzione delle obbligazioni, non rilevandosi (né essendo state dedotte) condotte negligenti contrarie alla buona fede”.
Unime si era opposta alla legittimazione dei crediti. L’ex rettore Salvatore Cuzzocrea contestava le ragioni creditorie riportate nella richiesta di concordato, per lo più relative a somme corrisposte dal Ministero a rimborso di talune spese effettuate dall’associazione, sino ad oggi trattenute dall’Università di Messina. Unime contestava anche la legittimazione dell’assemblea e dello stesso Nino Micali quale legale rappresentante (assistito dall’avvocato Silvano Martella) e titolato a presentare la richiesta di omologazione. Ragioni che il giudice non ha accolto, scrivendo che Unime non ha titolo, né l’opposizione è stata formalmente presentata secondo procedura.
Il concordato in cifre.
Il valore passivo rettificato, riporta il concordato, ammonta a 280 mila euro, 517 mila euro circa le passività. “In base al piano proposto, il valore dell’attivo disponibile e ancora realizzabile è, pertanto, di euro 280.277,41, che può essere interamente messo a disposizione dei creditori, al netto degli oneri e spese della procedura, prevedendo l’integrale soddisfacimento dei crediti prededucibili e il pagamento nella misura del 50% dei crediti chirografari”, scrive il giudice, che riporta il piano dei pagamenti, che dovranno essere effettuati direttamente dal debitore il 15 gennaio e il 15 luglio di ciascun anno.