Archiviata l’inchiesta su Asp e sindacati. Bicchieri non fu diffamata dai colleghi
Non ci fu nessuna campagna denigratoria ai danni della segretaria generale della Funzione pubblica della Cisl Giovanna Bicchieri ordita dai suoi colleghi sindacalisti. Né sono emersi profili penali nel comportamento dei vertici dell’Asp nella medesima vicenda. Ha deciso così la gip Tiziana Leanza, che ha depositato in questi giorni un’ordinanza di archiviazione dell’indagine aperta dalla Procura dopo l’esposto della Bicchieri, su analoga richiesta della Procura stessa.
I fatti. Il 27 giugno del 2022 la sindacalista si rivolse al suo legale, l’avvocato Danilo Santoro, e presentò un esposto-denuncia sostenendo che i colleghi e segretari provinciali di altre sigle Antonino Trino, Domenico La Rocca e Giuseppe Calapai, avevano orchestrato «una campagna diffamatoria posta in essere nei propri confronti al fine di screditarne la figura, in vista delle future elezioni sindacali... tramite la pubblicazione di comunicati stampa sindacali su quotidiani online e stampati», in cui si segnalava «l’attribuzione alla stessa Bicchieri della progressione economica orizzontale, a fronte di soli cinque giorni lavorativi prestati nell’anno 2020, prospettando, pertanto uno scenario di percezione del suddetto beneficio senza possederne i requisiti».
Nell’esposto poi venivano tirati in ballo anche i vertici dell’Asp, in quel momento Bernardo Alagna, Catena Di Blasi e Domenico Sindoni, per una presupposta violazione della privacy per la diffusione della posizione lavorativa della Bicchieri. Veniva così aperto un procedimento con le ipotesi di reato di diffamazione per i sindacalisti, e d’abuso d’ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio per i vertici dell’Asp. Gli indagati sono stati assistiti dagli avvocati Giulia Mannuccia, Giovanni Mannuccia, Francesco Chillemi e Flavia Buzzanca.
La Procura però al termine degli accertamenti ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per la totale insussistenza delle accuse formulate dalla Bicchieri, richiesta che è stata accolta dalla gip.
Ecco il passaggio-chiave del suo provvedimento: «... alla luce del compendio presente in atti, non sussistono elementi per sostenere un’accusa idonea a superare il vaglio dibattimentale, atteso che, in ordine al delitto di diffamazione, non può non evidenziarsi come Trino, La Rocca e Calapai, nonostante l’utilizzo di toni aspri, abbiano agito nell’interesse dei sindacati che rappresentano, al fine di far luce in ordine alla correttezza della procedura di assegnazione della progressione economica orizzontale che rappresenta, peraltro, materia oggetto di contrattazione sindacale. Le stesse considerazioni possono essere utilizzate in relazione alla posizione del Gambale, direttore del quotidiano online Messina Oggi, il quale in vari articoli ha riportato le notizie afferenti ai comunicati sindacali senza oltrepassare il valico del diritto di critica. Parimenti, infondate sono le accuse in ordine al delitto di cui all’art. 323 c.p. (l’abuso d’ufficio) attesa l’assenza di riscontri in ordine all’elemento soggettivo richieste dalle fattispecie summenzionate, in considerazione del fatto che l’Asp ha applicato correttamente la normativa riguardante la tutela della privacy dei propri dipendenti, divulgando, unicamente, le informazioni indispensabili e pertinenti relative alla procedura di attribuzione della Peo. Per quanto attiene, infine, la fattispecie di cui all’art. 326 c.p. (rivelazione di segreto d’ufficio), mette conto rilevare che la materia su cui verte la contestazione non è coperta da segreto di ufficio».