2 Dicembre 2023 Politica e Sindacato

Tutte le foto – Il popolo dei No Ponte sfila per Messina

foto di Enrico Di Giacomo - 

Sono in tanti al corteo nazionale che sfila per le strade del centro di Messina, fino a piazza Duomo. È il popolo dei No Ponte, un coordinamento di comitati, associazioni, partiti, sindacati a cui hanno aderito oltre 70 sigle provenienti da tutta Italia per dire di no al Ponte sullo Stretto. Una manifestazioni a cui arriva un messaggio da Matteo Salvini: "Cambiano la maglietta, da No Tav diventano No Ponte, da No Mose diventano No Ponte, da No Tap diventano No Ponte, ma il criterio è lo stesso, fermare lo sviluppo del paese" afferma il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, vero promotore della realizzazione dell'opera.

"Poco tempo fa Salvini parlava con il mio stesso linguaggio ed era contro il ponte sullo Stretto di Messina, utilizzava gli stessi argomenti, adesso ha cambiato idea", ha detto Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde, "lavoriamo affinchè non venga iniziata l'opera. Questi mesi saranno fondamentali e siamo pronti a lanciare un'offensiva giuridica legale imponente". Un aspetto in particolare viene evidenziato: "La società Stretto di Messina ci nega la relazione sul progetto, è di una gravità inaudita, abbiamo provveduto a fare la diffida all'amministratore delegato Pietro Ciucci che ha risposto dicendoci che sostanzialmente attende che organismi come la commissione di garanzia del Parlamento dicano se possiamo averla o no. Stiamo andando oltre i limiti. In nove settimane hanno fatto l'aggiornamento su un progetto vecchio di 12 anni fa e noi vogliamo capire come l'hanno fatto". Assente, ma vicino alla protesta, il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, secondo cui "il ponte è un'opera costosa e inutile, uno schiaffo a un sud bistrattato da questo governo. Noi abbiamo in testa un'altra idea di Mezzogiorno che parte dai diritti fondamentali per tutti e non dagli affari per pochi". Partecipa al corteo anche Barbara Floridia dei 5 stelle: "Il progetto che ha superato tutte le fasi non c'è, le risorse non è vero che ci sono perché gli 11 miliardi  stanziati nella legge di bilancio sono vincolati nelle more di trovare ulteriori risorse. Qualcuno dice che ci sono e anche dei privati potrebbero investire, ma prima troviamoli. Si cercano anche le risorse in Europa ma anche lì non ci sono. Si potrebbe trovare solo un miliardo. Hanno anche detto che potrebbero attingere risorse dalle regioni, vorrei capire come visto che ad esempio la Sicilia ha già un debito di 500 milioni con lo Stato, come farebbe a dare oltre un miliardo: tutto questo quindi è assurdo. Non siamo stati mai ideologicamente per il no abbiamo fatto vagliare, quando eravamo al governo, tutte le ipotesi e quella del tunnel non era realizzabile vedremo se questa lo sarà. Ricordo che c'erano 220 criticità secondo il  ministero dei trasporti. Sono state risolte? Ancora non abbiamo potuto vedere il progetto. Di che cosa stiamo parlando? chiederei a Salvini".

Sfila per Messina anche Mimmo Lucano, "un piccolo contributo ad una grande causa, perché con la costruzione del Ponte sullo Stretto si distrugge uno dei siti più belli del Mediterraneo, realizzando un'opera pubblica che non serve a niente". Per l'ex sindaco di Riace "è un'opera che è evidente attirerà gli interessi dei grandi capitali e quando ci sono queste concentrazioni di economie spesso si interessano anche le mafie per il controllo dei lavori pubblici". Al corteo c'è anche padre Alex Zanotelli, "contro il ponte sullo Stretto perché ci sono altre priorità in questo Paese, parlo soprattutto del Sud dove si vuole costruire un ponte per 14 miliardi ma dove non ci sono ferrovie che funzionano, strade e autostrade, basterebbe vedere il treno che arriva a Reggio Calabria da Taranto che è un disastro. Questi soldi si devono  spendere per la gente non per progetti faraonici".

Il governo, afferma Gaetano Benedetto presidente nazionale del centro studi Wwf, "ha deciso lo stanziamento di 11,6 miliardi per il ponte dopo averlo però stimato in 14,6 miliardi nel documento economico finanziario senza avere tutti gli elementi necessari alla vera valutazione. Sul ponte sembra che sia un diktat di carattere politico e non trasportistico e sembra che nessun elemento di ragionevolezza nè ambientale nè economico nè trasportistico possa ormai modificare questa decisione".