I DETTAGLI: LE INDAGINI SUL PROF DELLO “JACI” INDAGATO PER ATTI SESSUALI. AVREBBE PAGATO IN TOTALE 30MILA EURO LE PRESTAZIONI SESSUALI
di Enrico Di Giacomo - Emergono, col passare dei giorni, sempre più dettagli sull'indagine del nucleo investigativo dei carabinieri, coordinata dalla procuratrice facente funzione Rosa Raffa e dal procuratore del Tribunale per i minorenni Andrea Pagano, sugli atti sessuali tra un professore dell'istituto d'istruzione superiore "A. M. Jaci" e alcuni studenti non ancora maggiorenni. Una storia ancora poco chiara ma che cercheremo di ricostruire con gli elementi di cui siamo in possesso. Partiamo proprio da qui, dal coinvolgimento della procura dei minori nella gestione dell'inchiesta, per chiarire meglio i contorni di una vicenda riprovevole e ancora in parte da scrivere e che sta già avendo pesanti conseguenze psicologiche per i ragazzi coinvolti in questa orribile storia.
PERCHE' SE NE OCCUPA LA PROCURA DEL MINORI?
Perchè dell'inchiesta se ne sta occupando anche la procura dei minori? Perchè, a quanto pare, il ragazzo che ha denunciato i fatti sarebbe a sua volta indagato in seguito a delle dichiarazioni rese agli investigatori dal professore. Il docente, una volta vistosi accusato dal giovane, avrebbe dunque rilanciato accusando a sua volta lo studente di estorsione. Da qui l'iscrizione del 17enne nel registro degli indagati. Che in questa inchiesta è dunque parte offesa e al contempo formalmente indagato. L'accusa di estorsione nascerebbe quindi, da parte del prof, nel momento in cui comprende che ci sono indagini in corso su di lui. E' in quel momento che fornisce la tesi che tende a discolparlo.
L'INCHIESTA PARTITA A SETTEMBRE.
L'indagine sarebbe scattata a settembre. Ad insospettire il genitore di un ragazzo sarebbe stata la inconsueta presenza di tanto denaro all'interno delle tasche dei pantaloni del figlio e un preoccupante mutamento nei suoi comportamenti. Ma non solo. Il giovane, tra il 2022 e metà del 2023, avrebbe ricevuto in regalo anche due scooter e una Playstation. Inoltre, al ragazzo, una giovane vita già segnata da alcune precedenti vicende private complicate, sarebbe stata pagata, dal docente, per intero la festa di compleanno festeggiata in un locale del centro.
Tante, troppe anomalie che hanno allarmato la madre che ha raccontato tutto alla dirigente dello "Jaci" che a sua volta ha avvertito l'ufficio scolastico provinciale e regionale, con la conseguente adozione del provvedimento della sospensione del docente dall'esercizio delle sue funzioni.
Nello scorso settembre sarebbe scattato il sequestro del telefonino e del computer del professore 35enne, dai quali si è iniziato a visionare Chat e social network, che avrebbero confermato l'intenso scambio di messaggi tra insegnante e alunno.
RAPPORTI PAGATI FINO A UN TOTALE DI 30 MILA EURO.
I rapporti, a quanto pare non solo epistolari, sarebbero durati più o meno un anno. Il ragazzo avrebbe raccontato di un rapporto iniziato prima per chat, con messaggi espliciti e poi anche di presenza. In auto, e non a casa, il più delle volte. Rapporto che si sarebbe esteso ad almeno altri due giovani. Il docente avrebbe adescato i minorenni, quindi attirato e poi 'comprato' il loro consenso (e anche il silenzio?) ad avere rapporti sessuali da parte delle vittime con tantissimo denaro (il giovane avrebbe raccontato che la cifra totale sborsata dal docente, comprese le regalie, si aggirerebbe sui 30 mila euro). Una vicenda aberrante che, precisiamo, non è però ancora del tutto chiara. Il 35enne si sarebbe infatti difeso ammettendo la frequentazione col giovane, che ricordiamo essere minorenne, ma raccontando un'altra versione dei fatti: e cioè che sarebbe finito sotto ricatto del 17enne avendo quest'ultimo minacciato l'insegnante di rivelare tutto.
Gli inquirenti avrebbero già sentito più volte il professore, qualche insegnante dell'istituto e diversi studenti come persone informate dei fatti. Sembra anche di un istituto dove aveva già insegnato il 35enne che, a quanto pare, non sarebbe stato nuovo ad approcci con minorenni.
Una storia troppo delicata che necessita di approfondimenti che siano suffragati da fatti concreti e accertati. Perchè non rimanga nessun dubbio nella ricostruzione di tutti i fatti. Fino ad ora, l'unica certezza che abbiamo, è lo sconcerto di tutta la comunità scolastica (che più di un interrogativo sulle proprie responsabilità dovrebbe porsele) ma anche della cittadinanza nella sua totalità, turbata dall'ennesima storiaccia che coinvolge minori e che dovrebbe anch’essa domandarsi se anche questa volta non ci sia stata una certa ‘cecità’ collettiva mentre si consumavano i fatti.