Figli maltrattati e percossi. Inflitti 4 anni e 4 mesi a 73enne
Deve scontare 4 anni e 4 mesi di reclusione, dopo che si è visto riconosciuto il vincolo della continuazione tra i reati commessi e giudicati con due distinte sentenze. Protagonista un messinese di 73 anni, difeso dall’avvocato Oleg Traclò, la cui richiesta è stata accolta dalla giudice Monica Marino. Che ha ravvisato «la sussistenza dell’identità del medesimo disegno criminoso», ossia di maltrattamenti in famiglia, sottrazione di persone incapaci e lesioni «ai danni dei figli minori senza soluzione di continuità».
Il più grave reato è quello per cui l’uomo era stato condannato dalla Corte d’appello a 3 anni di pena (divenuti irrevocabili il 18 settembre 2023), mentre in precedenza aveva incassato 2 anni e 6 mesi (irrevocabili il 26 giugno 2019), per un cumulo pene di 5 anni e mezzo, oltre alla sospensione della potestà genitoriale per 6 anni. Nel primo caso, contestati maltrattamenti fisici e psicologici, quali percosse, ingiuria e omissione di avere cura dei figli sotto il profilo dell’igiene, dell’alimentazione e del benessere psicofisico. Ma anche aggressioni ai danni della madre, insultata accusandola di portare altri uomini a casa, al punto da richiedere l’intervento dei Servizi sociali, del ricovero dei minori in struttura protetta e successivamente l’affidamento a terzi.
Il secondo processo riguardava invece «vessazioni» nei loro confronti «sia fisiche che morali», «percuotendoli senza motivo anche con l’utilizzo di una cintura o di un bastone», in un’occasione cagionando gravi lesioni, in un’altra «scagliando un coltello» all’indirizzo della schiena di uno dei figli, «lasciandogli una cicatrice», oltre a disinteressarsi dei bisogni materiali dei minori, «facendoli vivere in un contesto familiare degradato e violento».