2 Febbraio 2024 Giudiziaria

I nomi e tutti i dettagli – Gli appalti all’Università di Messina e i rilievi dell’Anac, chiusa l’inchiesta, otto indagati

Svolta nella seconda inchiesta sulla gestione Cuzzocrea dell’Università di Messina, che si riferisce ai rilievi mossi dall'Anac per la gestione degli appalti, delle foniture e dei servizi. Quella sul "caso rimborsi" è ancora in corso. Adesso c'è l'atto di conclusione delle indagini preliminari siglato dal procuratore vicario Rosa Raffa e dalla sostituta Francesca Bonanzinga. La Procura ipotizza per otto indagati i reati di turbativa d'asta e falso del pubblico ufficiale in concorso.

Oltre all'ex rettore di Messina Salvatore Cuzzocrea e al direttore generale dell'ateneo Francesco Bonanno
, sono coinvolti 6 imprenditori: si tratta del catanese Daniele Zenna, del goriziano Raffaele Olivo, del palermitano Giuseppe Cianciolo, di Santo Franco originario di Gangi nel Palermitano, di Michelangelo Geraci originario di Mussomeli in provincia di Caltanissetta, e infine dell’ex sindaca di Brolo Rosaria Irene Ricciardello, attuale consigliere comunale d’opposizione nel centro tirrenico.

La vicenda partì nel 2022 sui rilievi fatti dall’Anac, l’autorità dell’anticorruzione, segnalando presunte inadempienze e irregolarità negli appalti pubblici banditi dall’Ateneo peloritano.

Gli appalti in oggetto erano: efficientamento energetico del patrimonio immobiliare dell’Ateneo per un importo di 10 milioni di euro; i lavori di restauro conservativo dei prospetti e riqualificazione del patrimonio immobiliare universitario per un importo di 7.808.000 euro e l’esecuzione dei lavori per la riconversione residenze universitarie in due plessi dell’Università per due importi, uno di 9.363.953 euro e l’altro di 8.419.316 euro.

LA ‘REGIA A DUE’.

I concetti-chiave che adopera la Procura nell’atto di conclusione delle indagini preliminari, e che ricorrono praticamente in tutti i nove capi d’imputazione, sono probabilmente tre: “appalto sopra soglia”, “ribasso del 25%”, e “mancanza dei requisiti previsti”.

La teoria di fondo che prospetta la Procura su quegli appalti, affidati in alcune sedute del consiglio di amministrazione dell’ateneo tra il settembre e il dicembre del 2021, è sostanzialmente una: ci sarebbe stata una sorta di “regia a due” tra Cuzzocrea e Bonanno - a loro infatti viene contestato, oltre che la turbativa d’asta, anche il falso del pubblico ufficiale -, con la complicità dei vari imprenditori affidatari dei lavori.

Il concetto di “appalto sopra soglia” è in sostanza legato al fatto che per quei lavori, per diversi milioni di euro, sarebbe stata necessaria secondo la Procura una gara vera e propria e non una sorta di “affidamento diretto”, come in effetti avvenne. L’altro concetto-chiave è legato al fatto che praticamente quasi tutte le ditte - è questa la versione “passata” nel Cda di ateneo secondo la Procura -, effettuarono sulla carta un ribasso del 25%. E infine la “mancanza dei requisiti previsti” secondo la Procura è legata al fatto che tutte le imprese non presentavano i requisiti richiesti dalla normativa per lavori di questi importi, e in alcuni casi, a differenza di quanto è scritto nei verbali delle sedute del Cda, le ditte non avevano «trasmesso nulla per pec», con un’offerta che fu «perfettamente allineata alla richiesta della stazione appaltante».

Il concetto di falso del pubblico ufficiale ipotizzato per l’ex rettore Cuzzocrea e il dg Bonanno è legato invece al fatto che, secondo la Procura, i due avrebbero fornito una falsa rappresentazione dei fatti - il primo nelle riunioni del Cda, il secondo con la materiale fattura degli atti amministrativi -, per chiudere il cerchio sugli appalti da affidare senza gara.

La Procura con le sue indagini, affidate a suo tempo ai carabinieri del Nucleo investigativo, s’è occupata in concreto di cinque appalti: il primo quello per gli arredi del Dicam dell’ex facoltà di Scienze, importo di 403mila euro, coinvolta la ditta “Olivo e Groppo”; il secondo per la progettazione e l’esecuzione di lavori per l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare dell’ateneo, importo di 10 milioni e 170mila euro, coinvolta la ditta Cianciolo; il terzo per il restauro conservativo dei prospetti e la riqualificazione del patrimonio immobiliare dell’Università, importo 7 milioni e 808mila euro, coinvolta la ditta Icoser srl di Santo Franco; il quarto per gli interventi edilizi per riconvertire una parte del padiglione A del Policlinico a residenza per studenti, importo 9 milioni e 363mila euro, coinvolta la ditta Eredi Gerasi Salvatore srl; e infine il quinto per gli interventi di riconversione dell’ex Hotel Riviera, lungo il viale della Libertà, in residenze universitarie, importo di 8 milioni e 419mila euro, coinvolta l’impresa Ricciardello di Brolo.