7 Febbraio 2024 Giudiziaria

L’inchiesta sulla ‘Caronte&Tourist Isole Minori’, il gup rinvia tutti a giudizio

Tutti e cinque rinviati a giudizio, 4 persone fisiche e l’impresa. Processo che inizierà il 13 gennaio del 2025. Ha deciso così la gup Monia De Francesco a conclusione dell’udienza preliminare sul maxi sequestro che la scorsa estate ha colpito la società di navigazione Caronte&Tourist Isole Minori, mandando praticamente in tilt l’intero quadro dei trasporti marittimi regionali verso tutte le isole siciliane. Ne da' notizia il quotidiano Gazzetta del sud. Un sequestro per equivalente che è frutto dell’inchiesta della Procura in cui si ipotizzano tra l’altro la truffa e la frode in pubbliche forniture, con al centro l’appalto per la gara regionale da 44 milioni del 2016 per le rotte con le isole minori.

La gup De Francesco ha quindi accolto la richiesta del pm Roberto Conte per i cinque imputati del procedimento, che ricoprono vari ruoli societari nella compagnia di navigazione (è il quinto imputato come persona giuridica), ovvero gli imprenditori Sergio La Cava, Luigi Genghi, Edoardo Bonanno e Vincenzo Franza.

Il 7 novembre scorso, in apertura dell’udienza preliminare, il pm Conte aveva modificato il capo d’imputazione iniziale, estendendo secondo l’accusa il “tempo del presunto reato” non più fino al 2020 - che era l’ipotesi iniziale - ma fino al 2022, quindi abbracciando un periodo molto più lungo. E sempre nello stesso contesto di questioni preliminari il pool di legali della compagnia si era opposto alla costituzione di parte civile della Regione Siciliana tramite l’Avvocatura dello Stato, quantomeno nei confronti della società come persona giuridica. Una richiesta che era stata accolta dalla gup De Francesco dopo una breve camera di consiglio.

SEI LE NAVI SOTTOPOSTE A 'FERMO CON FACOLTA D'USO'.

In atto sono sotto sequestro sei navi del gruppo Caronte&Tourist Isole Minori sottoposte a “fermo con facoltà d’uso” concesso poi dal gip (possono navigare sotto il controllo dell’amministratore giudiziario).

L’inchiesta della Procura ha visto nei mesi scorsi il sequestro complessivamente di nove navi della flotta della compagnia di navigazione. Il 6 giugno del 2023 tre traghetti e fondi in contanti erano stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo. I sigilli erano stati apposti a tre traghetti, ritenuti dalla Procura di Messina non a norma rispetto ai passeggeri con mobilità ridotta. Una tesi però fortemente contestata dalla società.

Qualche settimana dopo si era registrato un secondo sequestro, “per equivalente”, con altre sei navi, i traghetti Vesta, Isola di Vulcano, Sansovino, Isola di Stromboli, Antonello da Messina e Pietro Novelli. Questo perché per raggiungere la cifra decisa dal gip, di ben 29 milioni di euro, del sequestro, le prime tre non erano sufficienti dal punto di vista del valore di mercato.

Il sequestro disposto ai primi di giugno 2023 dal gip Maria Militello era in pratica il seguito dell’operazione “Alto Mare”, che già nel 2020 aveva portato al blocco di altre tre navi della società messinese. Il processo per questa prima tranche si sta concludendo in primo grado, la prossima udienza è fissata per il 16 febbraio, quando accusa e difesa affronteranno la discussione finale.