28 Febbraio 2024 Politica e Sindacato

‘IACHINO’ SILVESTRO A ‘VITE SPERICOLATE’: IL MIO AMORE PER ANGELA (BOTTARI) E LA POLITICA

 

Di Tonino Cafeo - "Vite spericolate – storie speciali di persone normali", numero 16, arriva a casa di Gioacchino Silvestro, esponente storico del Pci-PDS-PD messinese.

Gioacchino oggi fa il nonno a tempo pieno, ma non ha smesso di essere un attento osservatore della vita politica e civile italiana e messinese.

Con lui abbiamo ripercorso le tappe fondamentali di una vita oggi non più di “moda” ma non per questo meno ricca di valore e significato: quella del funzionario di partito, tanto più che il partito in questione è stato la principale organizzazione dei lavoratori dipendenti e il cuore dell’opposizione politica: il Partito Comunista Italiano.

Silvestro arriva al Pci attraverso un percorso singolare. Venendo da una famiglia della piccola borghesia conservatrice della provincia, i suoi erano di Francavilla di Sicilia, il suo primo approccio alla politica, erano i conformisti anni 50, avviene nell’organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano. Quella per i neofascisti però rimane soltanto l’infatuazione momentanea di un liceale alle prime esperienze di vita adulta. Saranno i fatti del luglio '60, ma soprattutto il contatto diretto con contadini e operai del suo paese di origine, esperti della vita e delle lotte sociali,  a incaricarsi di far maturare nella coscienza del giovane l’adesione convinta ai valori della sinistra.

Gioacchino Silvestro viene così accolto a braccia aperte dai comunisti messinesi e il partito, sapendone vedere le qualità umane e politiche senza badare alla provenienza, investe quasi subito su di lui offrendogli l’opportunità di lavorare a tempo pieno nell’organizzazione.

Il giovane funzionario si forma come si usava negli anni '60. Segue i corsi della scuola di partito alle Frattocchie, vicino Roma, e viene mandato anche in Unione Sovietica, senza trascurare il tirocinio che consisteva nel lavoro quotidiano nelle strutture del Pci e nelle amministrazioni locali.

I rivolgimenti del '68 e degli anni '70 vedono dunque Gioacchino impegnato in politica a tempo pieno, ma sono anche gli anni di un incontro decisivo: quello con Angela Bottari. Lei, giovane e preparata militante, viene dal movimento degli studenti universitari e una volta dentro il Pci porta nelle sue strutture una ventata di energia e di idee nuove. Con Gioacchino allora scocca la scintilla e, come era molto comune, nasce una solida relazione in cui privato e pubblico si fondono non senza conflitti e problemi. Lui definisce il lungo matrimonio con Angela come una unione non priva di conflitti e di spigoli ma la lealtà e la condivisione di grandi ideali alla fine hanno avuto la meglio. Negli anni del femminismo, che mette in discussione molte certezze acquisite, Gioacchino si aggiorna, legge e studia con sincera curiosità le teoriche principali del femminismo; Angela - da parlamentare - è una delle madri della prima legge contro la violenza sessuale,  quella che introduce finalmente nell’ordinamento italiano il reato di stupro come delitto contro la persona e non contro la morale, come era stato fino ad allora.

Il 1989, anno cruciale per la storia dei comunisti italiani, vede Bottari e Silvestro fra i principali sostenitori della svolta di Occhetto. Lei diventa segretaria regionale del PDS  nel 1996; Gioachino è eletto deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, dove resta per due mandati.

Negli anni più recenti Gioacchino Silvestro riduce però il proprio impegno diretto. Le successive svolte impresse al Partito, la nascita del PD, l’avvento di Matteo Renzi, lo convincono sempre meno, fino alla decisione di lasciare il PD aderendo ad Articolo uno, la formazione promossa da Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema.

Anche oggi, nonostante la scelta di rientrare nel PD di Elly Schlein, condivisa con il suo gruppo, Gioacchino Silvestro mantiene uno sguardo critico sulla politica e non fatica a riconoscere le grandi difficoltà a cui va incontro una sinistra tutta da ricostruire. Sul piano locale la sua autocritica si fa spietata, ammettendo il grave errore di avere aperto le porte a esponenti di una politica conservatrice e trasformista, implicati poi in pesanti indagini della magistratura e condannati per reati non secondari.

Gioacchino Silvestro oggi si sente impegnato nel compito di preservare e trasmettere la memoria dell’impegno proprio e di Angela Bottari, scomparsa dopo una lunga malattia quattro mesi fa. Le carte e i documenti che ci mostra con orgoglio sono parte di una memoria collettiva che può aiutare tutta la comunità locale a ritrovare la strada per uscire dalla crisi in cui si trova.

Buona visione!