Inchiesta Nemo Sud a Messina, il riesame annulla il sequestro di beni al prof. Giuseppe Vita
Ci sono clamorosi sviluppi per l’inchiesta sulla convenzione tra il Policlinico di Messina e il Centro clinico di riabilitazione neurologica Nemo Sud, secondo la Procura "fuorilegge" e nonostante tutto perpetuata dal 2012 fino al 2021, anno di chiusura della struttura.
positivo per il Prof. Giuseppe Vita attinto in data 14.05.24 da un provvedimento (a firma del Gip Misale) di interdizione e di sequestro preventivo.
I giudici del Riesame hanno infatti annullato integralmente il sequestro preventivo deciso a suo tempo dal Gip per il prof. Giuseppe Vita, ex direttore della Neurologia del Policlinico e per un periodo direttore del centro Nemo Sud, che secondo la Procura è accusato di corruzione. I giudici hanno accolto il ricorso che aveva presentato nelle scorse settimane il suo difensore, l'avvocato Bonni Candido, disponendo anche la restituzione delle somme in sequestro. A carico del prof. Vita quindi in atto non rimane alcuna restrizione. Già un paio di settimane addietro la gip Claudia Misale, anche su parere favorevole della Procura, sul piano cautelare aveva revocato la misura interdittiva a carico del prof. Vita.
“Come difensore sono certamente soddisfatto per l’ennesimo risultato positivo conseguito dal mio assistito in questa vicenda, dichiara l’avvocato Bonni Camdido. Pochi giorni dopo l’applicazione della misura cautelare è stato lo stesso gip a rendersi conto – sulla base delle nostre allegazioni – che non vi erano le condizioni per mantenere la misura interdittiva applicata al Prof. Vita ma aveva al contempo mantenuto la misura del sequestro preventivo. Adesso a seguito di nostra istanza di riesame il Tribunale – nonostante il parere contrario della Procura - ha annullato anche quella parte e disposto la restituzione dei beni sequestrati. Da ciò si deve trarre che l’ordinanza del 14 maggio è totalmente priva di effetti a carico del mio assistito. Questi sviluppi dovrebbero fare riflettere tutti, una volta di più, sul reale valore da attribuire ad ordinanze custodiali alimentate, come noto, solo e soltanto dagli atti di indagine senza che la difesa – fino a quel momento – abbia potuto toccare palla. Sono ben conscio che questo è solo l’inizio e non intendo minimamente assumere atteggiamenti trionfalistici. Sono, però, anche certo che le prossime valutazioni dell’Ufficio di Procura non potranno non tenere conto delle superiori favorevoli pronuncie tutte di segno contrario rispetto alle ipotesi accusatorie”.