Operazione Nebrodi: 65 condanne e 18 assoluzioni in appello
Sono 65 condanne, con una sola conferma integrale del primo grado per Gino Calcò Labruzzo, 64 riduzioni di pena, 18 assoluzioni e 6 prescrizioni totali quelle decise in appello alla fine del processo Nebrodi, la maxi inchiesta sulla mafia dei pascoli nata dalla retata del 2020 che ha svelato gli interessi dei clan di Tortorici nelle truffe all’Agea.
Il verdetto della Corte d’appello (presidente Tripodi, e composta anche dai colleghi Antonino Giacobello e Daria Orlando) è arrivato intorno alle 19 ed è stato pronunciato nell’aula bunker del carcere di Gazzi.
La pena più alta l'ha avuto Sebastiano Bontempo (classe 72), con 20 anni e 6 mesi, mentre Salvatore Aurelio Faranda passa dai 30 anni del primo grado ai 20 anni della sentenza d'appello.
Le condanne
8 anni a Pasqualino Agostino Ninone, 3 anni a Giuseppe Armeli, 2 anni ad Giuseppe Armeli Moccia, 3 anni e 4 mesi a Rita Armeli Moccia, 1anno e 3 mesi a Salvatore Armeli Moccia, 11 anni e 8 mesi a Calogero Barbagiovanni, 10 anni a Salvatore Bontempo, 20 anni e mezzo a Sebastiano Bontempo (classe ’72), 2 anni e 8 mesi a Maria Chiara Calabrese ed Antonio Caputo, 2 anni e 3 mesi per Antonino Calì, 1 anno e mezzo a Carolina Coci e Giuseppe Costanzo Zammataro (classe ’50), 13 anni e 8 mesi per Domenico Coci, 1 anno e 8 mesi per Rosaria Coci,Salvatore Antonino Crascì, Barbara Crascì e Denise Conti Mica, 2 anni e 5 mesi a Sebastiano Coci, 17 anni e mezzo a Sebastiano Conti Mica, 1 anno e mezzo per Giusy Conti Pasquarello, 7 anni e mezzo a Francesco Protopapa e Ivan Conti Taguali, 14 anni e mezzo a Giuseppe Costanzo Zammataro (classe ’82), 1 anno e 4 mesi per Valentina Costanzo Zammataro, 6 anni e mezzo per Lucio Attilio Rosario Crascì, 4 anni e 3 mesi per Sebastiano Crascì, 9 anni e 4 mesi per Sebastiano Craxì, 1 anno e 8 mesi per Sara Maria Crimi e Salvatore Antonino Crascì, 2 anni e mezzo per Salvatore Dell’Albani, 4 anni per Santo Destro Mignino, 3 anni e mezzo per Sebastiano Destro Mignino e Davide Faranda, 1 anno e 4 mesi per Maurizio Di Stefano e Santo Galati Massaro 2 anni e 5 mesi per Antonino Faranda, 20 anni per Aurelio Salvatore Faranda, 5 anni e mezzo a Emanuele Antonino Faranda, 4 anni e 2 mesi a Gaetano Faranda, 3 anni e 8 mesi a Gianluca Faranda, 7 anni e 2 mesi per Massimo Giuseppe Faranda, 2 anni (pena sospesa) per Giuseppe Ferrera e Valentina Foti, 2 anni e 4 mesi per Vincenzo Galati Giordano(classe ’58), 19 anni e mezzo per Vincenzo Galati Giordano (’69), 2 anni e 2 mesi per Daniele Galati Pricchia, 3 anni e 1 mesi per Emanuele Galati Sardo, 1 anno e 7 mesi per Pietro Lombardo Facciale, 1 anno e 5 mesi per Francesca Lupica Spagnolo, 1 anno e 10 mesi per Rosaria Maria Lupica Spagnolo, 2 anni a Jessica Mancuso Catarinella, 6 anni e 4 mesi ad Antonino Marino Agostino, 4 anni e 3 mesi a Rosario Marino, 3 anni e 5 mesi a Giuseppe Natoli, 1 anno e mezzo per Elena Pruiti, 1 anno e mezzo per Angelamaria Reale, 1 anno e 2 mesi a Danilo Rizzo Scaccia, 2 anni a Giuseppina Scinardo, 3 anni e 2 mesi a Giuseppe Scinardo Tenghi, 10 mesi ad Angelica Giusy Spasaro, 3 anni e 2 mesi per Antonia Strangio, 2 anni e 3 mesi per Mirko Talamo, 5 anni e 5 mesi per Giovanni Vecchio. Conferma della sentenza di primo grado per: Gino Calcò Labruzzo.
GLI ASSOLTI
Laura Arcodia, Sebastiano Armeli, Giuseppe Bontempo, Sebastiano Bontempo Scavo, Salvatore Calà Lesina, Giuseppe Carcione, Jessica Coci, Massimo Costantini, Antonina Costanzo Zammataro, Claudia Costanzo Zammataro, Giuseppe Costanzo Zammataro (classe ’85), Marinella Di Marco, Mario Gulino, Alfred Hila, Roberta Linares, Fabio Mancuso Cristoforo, Antonino Paterniti Barbino, Massimo Pirriatore,Carmelino Zingales.
Non doversi procedere per prescrizione per: Alessio Bontempo, Gino Bontempo, Loretta Costanzo Zammataro, Romina Costanzo Zammataro, Katia Crascì, Giuseppe Natale Spasaro.
I risarcimenti
Confermate le confische delle società sequestrate, mentre sono state ammesse le richieste di risarcimento delle parti civili soltanto per: Regione Siciliana, il Parco dei Nebrodi, il Comune di Tortorici e l’Agea.
Il commento del legale: “Giustizia è fatta”
“Quale difensore di Linares Roberta non posso che manifestare grande soddisfazione per l’odierna decisione della corte di appello Dopo anni di calvario giudiziario, una ingiusta custodia cautelare ed un ingente sequestro dei beni giustizia e fatta. A Roberta Linares e stata riconosciuta piena innocenza”, commenta l’avvocato Bonaventura Candido.