Brigadiere della GdF assolto dal reato di estorsione aggravata
I giudici della Corte d’appello di Messina, presidente Bruno Sagone, consiglieri Giacobello e De Rose, in riforma della sentenza di primo grado del Tribunale di Barcellona, hanno assolto dal reato di estorsione aggravata l’allora brigadiere della Gdf Giuseppe Sottile, 53 anni, di Milazzo, all’epoca dell’arresto, il 21 settembre 2022, in servizio a Reggio. L’assoluzione è stata decisa con la formula più ampia, «per non aver commesso il fatto».
Il procuratore generale Giuseppe Costa e i difensori delle due parti civili che si erano costituite nei due gradi di giudizio, gli avvocati Filippo Alessi e Giuseppe Sofia, avevano chiesto la conferma della sentenza di condanna di primo grado, emessa il 22 febbraio dello scorso anno, dal gup del Tribunale di Barcellona Antonino Orifici, su richiesta del pm Carlo Bray, al termine del processo con giudizio abbreviato che aveva consentito all’imputato di ottenere uno sconto di pena pari ad un terzo, tanto che la condanna fu determinata in 7 anni e 6 mesi, oltre alle statuizioni in favore delle parti civili.
A battersi per la riforma della sentenza di primo grado, il difensore, avvocato Giovambattista Freni, che da sempre ha creduto nell’innocenza del suo assistito, ricordando allo stesso tempo che nella fase cautelare il brigadiere «ha scontato sei mesi di carcere e quattro mesi di arresti domiciliari concessi dopo che la Cassazione ha accolto il mio ricorso» e annullato l’ordinanza per mancanza di esigenze cautelari, con rinvio al Tribunale del riesame di Messina per una nuova valutazione.
La misura in carcere era stata eseguita dai carabinieri di Milazzo nei confronti dell’ora brigadiere capo delle Fiamme gialle, per estorsione aggravata in concorso con un complice calabrese che avrebbe svolto il ruolo di emissario e per questo condannato in primo grado – in abbreviato – a 7 anni e 6 mesi e al pagamento di 30mila euro di risarcimento danni in favore delle due persone, madre e figlio, vittime di estorsione, che nel procedimento si sono costituite parte civile.
L’annullamento dell’ordinanza di custodia per mancanza di esigenze cautelari – essendo i fatti contestati avvenuti due anni prima dell’arresto – non ha prodotto però l’immediata scarcerazione del finanziere, il quale ha dovuto attendere il nuovo giudizio del Riesame di Messina disposto dalla stessa Cassazione.