È la svolta nell’inchiesta sulla morte a Lipari nell’agosto del 2020 della povera 21enne Lorenza Famularo, avocata e riaperta dal sostituto procuratore generale di Messina Giuseppe Costa dopo una richiesta d’archiviazione della Procura di Barcellona, e affidata a suo tempo per le nuove indagini ai carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria. Dal punto di vista tecnico adesso qualcosa è cambiato perché a quanto pare il numero degli indagati si è ridotto da sette a quattro. Ad ottobre del 2023 dopo l’avocazione il sostituto pg Costa siglò una richiesta d’incidente probatorio e di perizia sui fatti al gip di Barcellona, e contestualmente inviò sette informazioni di garanzia ad altrettanti indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, individuando una serie di responsabilità legate al caso concreto e poi alla gestione globale della sanità alle Eolie. Poi il gip di Barcellona decise la riapertura delle indagini, che sono poi arrivate a conclusione.
Adesso il magistrato della Procura generale messinese ha formalizzato una richiesta di rinvio a giudizio al gip di Barcellona Giuseppe Caristia, che ha fissato la prima udienza preliminare di trattazione per il prossimo 12 dicembre. Nell’atto di fissazione dell’udienza preliminare compaiono quattro nomi. Si tratta - le qualifiche si riferiscono all’epoca dei fatti, ovvero all’agosto del 2020 -, del paramedico in servizio all’ospedale di Lipari Antonino Casilli; dei medici di guardia di Lipari Antonino Giuseppe Cannata e Concetta Angelica Sequenzia (entrambi visitarono in tempi diversi la Famularo); del radiologo dell’ospedale di Lipari Giovanni Noto (fu interpellato telefonicamente dai familiari). Il tema di fondo secondo l’accusa è per tutti una sottovalutazione del caso e la mancata prescrizione di esami più approfonditi. I sanitari sono assistiti dagli avvocati Pinuccio Calabrò, Paolo Starvaggi, Rosario Venuto, Ferdinando Amata e Denise Zullo.