
Le associazioni No Ponte: «Daremo battaglia a Bruxelles»
“Gli aspetti giuridici, economici e ambientali del progetto” al centro del convegno promosso dall’associazione “Invece del Ponte”, in un affollato salone delle Bandiere, a Palazzo Zanca. L’associazione ha puntato il dito contro le azioni messe in campo dal Govenro: «I ritardi, il mancato rispetto di ogni data annunciata, confermano l’approssimazione con cui viene affrontata tutta la questione».
È intervenuto Francesco Ramella dell’Università di Torino, il quale ha messo in discussione l’analisi costi-benefici della “Stretto di Messina”: «I vantaggi economici che si otterrebbero con la costruzione del Ponte sono molto discutibili e in tutti i casi inferiori ai costi da sopportare. Per arrivare ad un risultato positivo vengono fortemente sovrastimati benefici per il clima, privi di ogni scientificità».
Il prof. Filippo Cucinotta, docente dell’Università di Messina, ha criticato «i valori ambientali che vengono propagandati. Viene detto che il Ponte farà risparmiare tutte le emissioni delle navi, azzerando traghetti e aliscafi, cosa assolutamente non vera. L’analisi costi-benefici del progetto è basata su stime abnormi rispetto ai dati effettivi e facilmente reperibili. Inoltre, non sono state considerate adeguatamente le emissioni dovute al Ponte, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio. Il risultato è che viene sopravvalutato il beneficio ambientale e sottovalutato il danno globale del Ponte. L’analisi ambientale è da rifare, secondo metodologie ampiamente standardizzate e normate dall'Iso. Rifacendola in maniera corretta e non strumentale, il bilancio ambientale del Ponte sarebbe ben diverso da quello attualmente raccontato».
Gaetano Benedetto, dell’Ufficio studi del Wwf, ha discusso gli aspetti procedurali di approvazione del Ponte, evidenziando che «il progetto ha ricevuto dalla Commissione Via un puntuale parere negativo sulla Valutazione di incidenza ambientale, visto il danno potenziale su habitat e specie prioritarie di rilievo comunitario. È, dunque, necessario attivare un’altra specifica procedura, cosiddetta “di III livello”, in base alle Direttive e alle linee-guida dell’Europa. Proprio per questo il Cipess non riesce ad approvare il progetto. Inoltre, il progetto costituisce in realtà̀ un “piano” o “programma di interventi complessi” che, in quanto tale, avrebbe dovuto essere sottoposto a Valutazione ambientale strategica, passaggio che, pur sollecitato, non è stato invece espletato». Benedetto ha annunciato l’apertura di un nuovo contenzioso, affiancato da un reclamo in sede comunitaria.
Si sono poi succeduti gli interventi dei rappresentanti del mondo politico, a cominciare da Barbara Floridia, senatrice del M5S, che ha definito «illegittimo e forzato il parere della Commissione Via». Antonio Nicita, esponente del Pd, ha dichiarato che «la carenza più grave è il rifiuto di volere verificare le alternative al Ponte. È stato messo in piedi un meccanismo abnorme, passato a colpi di leggi ed emendamenti, con il colpevole avvallo dei presidenti delle due Regioni, Sicilia e Calabria, che hanno rinunciato a difendere i loro territori, regalando 1,3 miliardi dei Fondi di coesione e sviluppo».
Il portavoce di Europa Verde-Avs, Angelo Bonelli ha lanciato «un forte allarme per la tenuta democratica, quando si calpestano regole e norme pur di raggiungere gli scopi di pochi. Non molleremo di un passo, porteremo avanti la nostra battaglia a Bruxelles, fino alla Procura generale europea, per non consentire forzature che il Governo vorrebbe effettuare.