14 Giugno 2025 Giudiziaria

La Cassazione dice no al nuovo processo per Alla Abdelkaim. È stata confermata, dunque, la decisione della corte d’appello di Messina

Messina - Non ci sarà la revisione del processo per l’ex calciatore libico condannato a 30 anni perché considerato uno degli scafisti che portò fino alle coste siciliane un barcone dove morirono asfissiati 49 migranti.

Fu quella l’ennesima strage di migranti nel Mediterraneo. Un fatto avvenuto nell’ormai lontano 2015.

La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta di revisione del processo presentata dall’avvocata Cinzia Pecoraro.

È stata confermata, dunque, la decisione della corte d’appello di Messina a cui era stata fatta richiesta di revisione del processo.

Questo sulla scorta di due testimoni che avrebbero confermato che il giovane era soltanto un passeggero e non certo uno scafista.

«Sono molto delusa contavo molto nell’esito di questo ricorso», ha detto l’avvocata Pecoraro. «Non mi fermerò, dimostrerò l’innocenza del mio assistito perchè la giustizia e la verità devono trionfare», ha aggiunto.

La vicenda era stata al centro di un processo, celebrato davanti alla corte d’appello di Catania, che aveva condannato a 30 anni Alla Abdelkaim e altri giovani.

La Corte d’appello di Messina, a cui poi era stata presentata richiesta di revisione, come ha ricostruito Alessandra Sciurba, docente a Palermo di Filosofia del diritto e coordinatrice della Clinica legale migrazioni e diritti, ha dichiarando inammissibile il ricorso.

Il giovane, studente in ingegneria, era una promessa del calcio libico. Quando è scoppiata la guerra insieme ad altri due amici, anch’essi calciatori, aveva tentato di raggiungere l’Europa, pagando la traversata ai trafficanti.

Ma dal sogno è passato all’incubo. Durante il viaggio è stato caricato su un barcone carico di migranti. C’erano anche 49 persone che morirono per asfissia.

Il giovane ha sempre respinto le accuse, a suo sostegno anche le due testimonianze che però non sono state considerate sufficienti per riaprire il processo. Il sostituto pg della Cassazione aveva chiesto il rigetto del ricorso.

La vicenda del giovane è stata ricostruita attraverso le lettere che lui ha inviato dal carcere alla professoressa Sciurba e che formano il contenuto di un libro edito da Sellerio.