
“Annunciano rinforzi ma sono di più quelli che vanno in pensione”, Siulp in allarme per le carenze in polizia
“Nei giorni scorsi abbiamo appreso dai social che esponenti politici di rango nazionale, eletti nel nostro territorio, si sono sperticati in lodi alla compagine governativa per la sensibilità dimostrata allorquando hanno disposto l’invio in Sicilia di ben 82 rinforzi. A Messina 20. Queste dichiarazioni mettono a dura prova la nostra vocazione maggioritaria, confederale e istituzionale poiché a Messina i 20 inviati non bastano nemmeno a coprire quelli andati in pensione, ai quali si aggiungono colleghi non più impiegabili in servizi operativi per ovvie ragioni di età anagrafiche e di salute”.
E’ la presa di posizione del segretario generale provinciale del Siulp Tindaro Cipriano dopo l’annuncio del senatore Nino Germanà sull’assegnazione di nuovi agenti in Sicilia da parte del Viminale.
Il sindacato di polizia mette in evidenza le difficoltà di organico e si allontana dai toni trionfalistici. “Se poi pensiamo che nella bozza di marzo relativa ai piani di rinforzo, erano previsti 43 trasferimenti. Per dare un quadro realistico e significativo della sproporzione raggiunta, nel 2025 andranno in pensione 69 colleghi solo nella questura di Messina, a cui vanno aggiunti il personale civile, che dovrà gioco forza essere sostituito, da personale interno della Questura di Messina, i trasferiti in altre sedi ed i vincitori di concorso. Ebbene tutto questo assurge a beffa ed a mancanza di rispetto nei confronti di chi, ogni giorno, è chiamato a sacrifici come doppi turni, impieghi continui senza riposo, slittamento delle ferie e qui ci fermiamo. Senza tralasciare i sempre più gravosi impegni, da quelli istituzionali a quelli operativi, che sono aumentati, vedi scorte. Al riguardo, manteniamo dispositivi che francamente in Italia non ha nessuno in termini di impiego di uomini e di risorse, forse il Comitato dovrebbe procedere ad una revisione che tenga conto delle sempre più ridotte capacità operative anche a fronte di miracoli che i responsabili e la dedizione dei colleghi permettono di realizzare. La politica si informi bene, ascolti chi rappresenta i lavoratori e la smetta di fare campagna elettorale sulla pelle dei veri servitori dello Stato, che a 60 anni lasciano la loro vita sulle strade di questo nostro amato paese. Un pensiero va alla famiglia del collega dell’Arma appena caduto in servizio”