5 Agosto 2025 Guerra&Pace

Denunciato il governo di Israele per il sequestro di Handala e del suo equipaggio

Facendo seguito all'esposto presentato il 29 luglio 2025 alla Procura della Repubblica di Roma dal prof. Michele Carducci, dagli avvocati Veronica Dini, Fausto Gianelli, Claudio Giangiacomo, Fabio Marcelli, dall'ex Presidente di Corte di Cassazione Domenico Gallo ed altri, il giornalista e attivista Antonio Mazzeo stamani si è recato presso il Comando dei Carabinieri di Messina per presentare esposto-querela contro il governo israliano, le sue forze armate e la sua polizia, relativamente al sequestro dell'imbarcazione Handala della Freedom Flotilla, avvenuto in acque internazionali sabato 26 luglio, a meno di 40 miglia nautiche dalla Striscia di Gaza, nonché per il sequestro dell'unità e l'arresto dei 21 membri della missione politico-umanitaria.
"L’operazione della marina israeliana è priva di ogni base legale", scrive in una nota Antonio Mazzeo. "Israele non ha alcuna giurisdizione o autorità legale sulle acque internazionali in cui navigava l’imbarcazione. L’assalto alla nave Handala è stata una palese violazione delle regole del diritto internazionale che garantiscono la libertà di navigazione nell’alto mare, sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), ratificarla in Italia con la legge 2 dicembre 1994, n. 689. Il sequestro della nave si configura come simile a un atto di pirateria e l’arresto dell’equipaggio come un sequestro di persona.
In ipotesi di conflitto armato non di carattere internazionale, rientrano tra i crimini di guerra, come gravi violazioni dell’articolo 3 comune alle quattro Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949, diversi atti commessi contro coloro che non partecipano direttamente alle ostilità, tra questi “violare la dignità personale, in particolare trattamenti umilianti e degradanti” e dirigere intenzionalmente attacchi contro personale, installazioni, materiale, unità o veicoli utilizzati nell’ambito di una missione di soccorso umanitario o di mantenimento della pace in conformità della Carta delle Nazioni Unite. Come stabilito dalla Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, base del diritto internazionale umanitario, e dai suoi Protocolli aggiuntivi, I e II che Israele non ha ratificato, ciascuna Parte contraente è obbligata ad accordare il libero passaggio per qualsiasi invio di medicamenti e di materiale sanitario, come pure per gli oggetti necessari alle funzioni religiose, destinati unicamente alla popolazione civile, anche se nemica. Dovrà essere garantito pure il passaggio di qualunque invio di viveri indispensabili, di capi di vestiario e di ricostituenti riservati ai fanciulli d’età inferiore ai quindici anni, alle donne incinte o alle puerpere (art. 23). Le violazioni di queste norme sono da considerare come crimini di guerra. Secondo il codice penale, la cattura di noi membri dell'equipaggio integra il reato di sequestro di persona aggravato per la presenza di numerose circostanze aggravanti".