
“Non è normale che un ministro aggedisca un comune cittadino sui social”. Parla Dario Costa, lo studente messinese bersagliato dai fan di Salvini
Di Tonino Cafeo. Se contesti un ministro del governo Meloni puoi finire sbattuto sui social e tempestato di insulti da parte di migliaia di sconosciuti. Accade con sempre maggiore frequenza nel nostro paese, in particolare quando c’è di mezzo Matteo Salvini. L’ultima volta è successo a Messina, nel corso di questa calda estate, precisamente poche ore dopo un sit in che ha contestato il Ministro dei trasporti e delle infrastrutture, calato in città per festeggiare con i suoi sostenitori il voto favorevole del Cipess al progetto del ponte sullo Stretto. A essere preso di mira uno studente fuorisede tornato per le vacanze - Dario Costa - che non se l’è tenuta e ha risposto a Salvini con un video diventato a sua volta virale in poche ore. Stampalibera.it lo ha raggiunto per offrirgli un ulteriore diritto di replica .
Chi è Dario Costa?
Uno studente fuorisede dell’Università di Firenze. Sono al terzo anno di psicologia
Ti hanno ripreso a una manifestazione contro il ponte sullo stretto: ti ci sei trovato per caso o ci sei andato perché conosci il movimento noponte e condividi di suoi obiettivi?
In realtà io non ero neppure a conoscenza del fatto che ci fosse un sit-in di fronte al noto ristorante di Torre Faro. Anzi, sono rimasto sorpreso inizialmente dal numero di persone che si era radunato lì davanti. Un’affluenza tutto sommato consistente. Mi sono ritrovato quasi per caso in mezzo a una manifestazione di cui non sapevo niente. Però io sono sempre stato vicino all'attivismo sulle questioni pertinenti sia la vita civica della mia città, sia la politica in senso lato, anche su un piano più trasversale, quindi ho sempre fatto attivismo.
Mi sono ritrovato a passare lì per buttare un occhio e ho assistito a una scena che mi ha suscitato disgusto: quell'atto di sberleffo, quella presa in giro.
Gli oramai famosi bacini che il ministro Salvini ha indirizzato ai suoi contestatori?
I bacini di Salvini a cui poi è seguito il mio sfogo che è stato inquadrato dalle camere di una radio locale che si è limitata a riprendere uno spezzone di 5 secondi da utilizzare come gancio per il servizio, decontestualizzandolo da tutto il resto. Poi è successo quel che è successo.
La tua immagine è stata data in pasto ai social, modificata, commentata… l’espressione spontanea della tua indignazione è diventata oggetto di odio feroce.
Ma c'è differenza tra l'espressione spontanea della rabbia e dell'indignazione e l'uso che se ne fa sulla rete, sui social,dove nei commenti si scatena l'odio? Assolutamente sì: la rabbia non è odio e questo è un punto fondamentale da chiarire. La rabbia è uno dei capisaldi della coscienza collettiva.
Un singolo cittadino che prova rabbia per una questione politica che riguarda il proprio paese è un cittadino cosciente e la coscienza del cittadino è ciò che tiene in piedi la democrazia. Nel momento in cui la contestazione, la rabbia, lo sdegno vengono intesi come espressioni di opposizione da contrastare, significa che si sta mettendo su un sistema di comunicazione politica, propagandistico che mira ad andare pregiudizialmente contro l'opposizione. Andare contro il concetto di opposizione significa far venire meno l'unico, il fondamento principale, la più grande tutela, la più grande garanzia di salubrità che abbiamo a disposizione all'interno di un paese civile, di uno Stato democratico.
Invece tu ti sei trovato da un giorno all’altro esposto alla gogna mediatica. Cos'hai provato in quel momento?
Inizialmente sono rimasto spiazzato. Tra l'altro io non seguo così assiduamente i social, per cui l'ho saputo per vie traverse, ma il video è diventato virale immediatamente.
Subito sono stato inondato da questo flusso di odio, di disprezzo, quasi macabro- come potrei dire- c’è di tutto: dall’istigazione al suicidio, agli auguri di morte. Un linciaggioviolento a tutti gli effetti. Inizialmente sono rimasto paralizzato. Nelle ore successive ho provato tanto disgusto e tanta rabbia.
Ho capito di dovermi attivare a tutti i costi. Mi sono sentito in trappola. È come quando un pesce si ritrova impigliato nella rete : si dimena, cerca di fuggire.
A quanto pare fino a ora siamo riusciti a squarciarla, questa rete che ci teneva in trappola.
Come pensi che si debba contrastare l'odio sui social, l'odio che si manifesta su internet?
Con la coscienza collettiva innanzitutto: sensibilizzando, facendo capire che non è normale il fatto che un ministro abbia fondato le proprie campagne elettorali per anni e anni su questi principi malsani che tutto sono fuorché politica. La violenza non è un atto politico.
La violenza è uno scempio dei principi che devono ispirare le istituzioni democratiche: non può trovare spazio all'interno della politica. La politica deve essere innanzitutto rappresentanza, e la rappresentanza, in una democrazia sana, non può e non deve minimamente far venire meno la tutela del concetto di opposizione, che in un paese civile deve essere garantita senza eccezioni.
Ma noi, che apparteniamo alla società civile, che cosa possiamo fare?
Quello che noi possiamo fare, le armi che abbiamo a disposizione in questo momento per capire, per limitare il sistema malsano nel quale ci siamo ritrovati, sono l'informazione e la coscienza. Dobbiamo accrescere la coscienza del nostro popolo e dell'Italia intera per far capire come non sia normale questo modo di fare politica e che anzi non è politica ma violenza allo Stato brado.
Sei balzato al centro dell’attenzione per una frase ormai ripetuta migliaia di volte: “Il ponte è un atto delinquenziale.” Oggi, a mente fredda, rivendichi ancora quella frase? Come articoleresti il concetto?
Certamente. Il ponte è un atto delinquenziale. Lo rivendico e lo sottolineo.
Alla luce dell'esperienza che hai fatto, dopo la laurea, pensi di tornare a Messina per dare il tuo contributo a rendere questa città finalmente più vivibile e più umana o pensi di rimanere fuori?
La domanda giusta è: Messina sarà disposta ad accogliermi fornendomi tutte le garanzie per esercitare il diritto allo studio, per avere un'alta formazione di qualità e soprattutto per potere accedere, all'interno del contesto universitario, alle opportunità di lavoro dignitoso che meriterebbe ogni studente di questo Paese? Ci sarà spazio per me a Messina?
Ma, per dirla con i Promessi Sposi, qual è “il sugo di tutta la storia”?
Per me è stato un privilegio poter avere voce, potere replicare, il che è tremendo da dire. Ciò che mi ha fatto riflettere è stato il principio di tutto: il fatto che mi sia dovuto attivare, dimenarmi come un pesce nella rete, perché questo comportamento di Salvini fosse finalmente riconosciuto per quello che è : una prepotenza contro un cittadino comune. Cioè, se io non mi fossi ribellato e avessi chinato la testa che cosa sarebbe successo? In questi giorni tante persone mi hanno contattato per raccontarmi le loro esperienze analoghe alla mia.
Non sono l’unico finito nel tritacarne. Ma in un paese democratico non dovrebbe essere normale che un ministro, un esponente delle istituzioni, additi al pubblico disprezzo un semplice cittadino . Una postura del genere non dovrebbe essere abituale, come purtroppo è. Dovrebbe essere immediatamente bloccata. Invece no, ci sono I video che diventano virali e ci vuole una risposta di indignazione collettiva . Ma la domanda che mi sto facendo e che personalmente mi inquieta di più è : perché ci siamo assuefatti a queste cose ? Se al posto mio ci fosse stato qualcun altroprivo della possibilità che ho avuto io di rispondere sarebbe stato l'ennesimo caso di abuso, di violenza mediatica subitapassivamente. E non è accettabile da noi ma in nessun altro paese.
A questo punto il ministro Salvini deve aspettarsi anche una querela?
Certamente.