31 Agosto 2025 Politica e Sindacato

Regione, Ast senza guida. Si attende la nomina di Luigi Genovese a presidente

L’Azienda siciliana trasporti rimane senza guida. Due giorni fa l’assemblea dei soci avrebbe dovuto nominare come presidente Luigi Genovese, ex deputato messinese in quota Mpa. E invece la Regione non si è presentata. Formalmente per un problema di mancata delega da parte del governatore Renato Schifani. Ma il momentaneo stop su una scelta su cui la maggioranza aveva trovato da tempo la quadra, avrebbe natura politica: nel centrodestra litigioso degli ultimi mesi, meglio tenere tutti sulle spine.

Lo stesso motivo per cui decine di altre nomine — Iacp, enti Parco ed Ersu — ripartite a giugno tra i partiti del centrodestra manuale Cencelli alla mano, sono in standby. A farne le spese nel caso dell’Ast sono soprattutto migliaia di studenti pendolari che si apprestano a iniziare l’anno scolastico. Nella partecipata, infatti, tutti i procedimenti sono congelati, a cominciare dall’acquisto di nuovi autobus.

Il vertice Ast è vacante da un mese, da quando Alessandro Virgara ha rassegnato le dimissioni per ragioni personali. Al suo posto avrebbe dovuto essere nominato Luigi Genovese — figlio di Francantonio, ex deputato di Forza Italia — che ha abbracciato la causa autonomista.

Genovese fa già parte del cda di Ast, insieme all’avvocata Claudia Rappa. Per ripristinare il plenum manca una terza nomina. In pole ci sarebbe Ettore Falcone, ex presidente di Riscossione Sicilia e gradito all’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò, di Fratelli d’Italia. Venerdì l’assemblea dei soci avrebbe dovuto completare il cda e scegliere Genovese come presidente. Tutti presenti, tranne un delegato di Schifani. Ci si riproverà alla prima data utile, cioè l’8 settembre.

Intanto però l’attività dell’azienda è ferma, perché oltre al presidente manca anche il direttore generale. Nessuno ha potere di firma. Risultato? Non ha avuto seguito l’esplorazione avviata da Virgara per l’acquisto di autobus usati, procedura ritenuta più rapida in vista dell’avvio dell’anno scolastico.

Mentre l’iter di acquisto di quelli nuovi — per cui sono pronti 20 milioni — non è mai partito. Non solo.

Lo scorso febbraio, dopo 18 anni di proroghe, la Regione ha assegnato con bando pubblico il servizio di trasporto pubblico extraurbano.

Quattro consorzi si sono spartiti la torta. All’Ast sono stati affidati in house 12 milioni di chilometri, 4 milioni in meno. «Serve riorganizzare l’azienda — spiega Dionisio Giordano, della Fit Cisl — a cominciare dal personale, per cui si è parlato di dislocazione, perché in Sicilia orientale risulta più forza lavoro rispetto alle esigenze. Avevamo proposto di aumentare le tratte sociali e alcune turistiche sull’Etna. Ma non se n’è più parlato». Gli studenti pendolari, invece, inizieranno l’anno scolastico nella stessa situazione di 12 mesi fa: molti autobus a noleggio, altri vecchi e costretti a continui stop in officina. «C’è il serio rischio di criticità organizzative», taglia corto Giordano.

Oltre all’Ast, sono circa cento le poltrone da assegnare, a cominciare dalla direzione dell’Asp di Palermo. In un vertice di maggioranza a giugno i partiti avevano trovato l’intesa sulla spartizione di alcuni enti. Non nomi definitivi, ma la mappa con le bandierine dei partiti era cosa fatta: con l’azzurro di Forza Italia a sventolare forte su Palermo e il vessillo di Fratelli d’Italia su Catania. Nel dettaglio: il Parcodell’Etna sarebbe andato a Fratelli d’Italia, i Nebrodi a Forza Italia, Madonie alla Dc, Alcantara al Mpa.

Per gli Iacp, gli istituti autonomi case popolari: a Forza Italia sarebbero andati Palermo, Messina ed Enna; a FdI Siracusa e Ragusa; alla Dc Caltanissetta; al Mpa Trapani; a Noi Moderati Agrigento a alla Lega Acireale.

E ancora gli Ersu, gli enti delle residenze universitarie: Palermo a Forza Italia, Catania e Messina a FdI; Enna e Caltanissetta alla Lega.

Accordi che però non si sono mai trasformati in nomine. Poi sono arrivate le settimane burrascose della Finanziaria, le indagini sui due big di Fratelli d’Italia Galvagno e Amata, le spaccature in Forza Italia, lo scontro Schifani-Salvini sulla nomina all’Autorità portuale della Sicilia occidentale. E c’è chi nella maggioranza si dice convinto «che si ridiscuterà tutto, ma dopo l’approvazione della prossima finanziaria». Un buon modo per tenere sulle spine gli alleati. Fonte: repubblica Palermo