5 Settembre 2025 Giudiziaria

La missione della Regione a Cannes. Il Gip di Palermo archivia l’inchiesta

Tanto clamore, ma sul piano penale il caso si è chiuso con un’archiviazione. L’inchiesta sulla partecipazione della Regione a Cannes e Venezia non ha portato a nessun processo. Il Gip Patrizia Ferro ha escluso responsabilità per Lucia Di Fatta, allora dirigente generale del Dipartimento Turismo della Regione, assistita dall’avvocato Giuseppe Gerbino; per Nicola Tarantino, responsabile della Sicilia Film Commission, difeso dall’avvocato Massimo Motisi, e per Calogero Franco Fazio, dirigente del Turismo ad interim che firmò il decreto da 3,7 milioni per lo spazio alla rassegna cinematografica francese. Le ipotesi di reato di falso in atti pubblici e turbata libertà degli incanti sono cadute senza rinvii a giudizio: «Allo stato - scrive il giudice - non si ravvisano circostanze meritevoli di approfondimento, né ulteriori spunti investigativi da sviluppare».

Dal capitolo di Cannes hanno preso le mosse ulteriori sviluppi fino ad accendere un faro sul sistema di finanziamenti all’Ars e alla Fondazione Federico II. Ed è proprio da qui che i pm hanno ricostruito un nuovo scenario, arrivando a contestare corruzione e peculato al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno; alla sua portavoce Sabrina De Capitani che si è poi dimessa dall’incarico; all’attuale assessore al Turismo, Elvira Amata, e a Marcella Cannariato, presidente della Fondazione Dragotto e moglie del patron della società di autonoleggio Sicily by Car.

L’indagine archiviata riguardava una serie di affidamenti diretti avvenuti fra il 2021 e il 2022 alla Absolute Blue, la società lussemburghese guidata dal manager belga Patrick Nassogne, che aveva ottenuto contratti milionari per curare la presenza della Regione al Festival di Cannes e alla Mostra di Venezia.

Nel 2021 il preventivo per la kermesse partì da 35 mila euro e, in pochi giorni, arrivò a 94 mila. L’anno successivo la cifra schizzò a oltre 2,2 milioni di euro: oltre all’allestimento di Casa Sicilia all’hotel Majestic, fu previsto anche un servizio fotografico realizzato dallo stesso Nassogne, che lavora pure come artista con lo pseudonimo di Moja. A Venezia, nel settembre del 2022, venne aggiunto un contratto da 169 mila euro per una mostra fotografica.

Gli accertamenti della Guardia di Finanza avevano messo in fila documenti e spese. In quelle carte compariva anche il nome di De Capitani, allora consulente di Absolute Blue. Proprio lei rivendicava di avere «portato la Sicilia a Cannes» grazie al legame con Manlio Messina, l’assessore al Turismo dell’epoca. La società era stata presentata come l’unica in grado di garantire l’organizzazione degli eventi, ma risultò che non avesse rapporti esclusivi né con il Festival né con l’hotel Majestic, operando piuttosto come intermediaria per grandi sponsor, come Mastercard.

Cannes segnò anche una svolta politica. Dopo la vittoria di Renato Schifani alle elezioni regionali, la delega al Turismo passò prima a Francesco Paolo Scarpinato e poi a Elvira Amata. La nuova giunta decise di ridimensionare gli impegni fino a bloccare la partecipazione al Festival del 2023. Per quell’edizione era stata predisposta una spesa di quasi 3,7 milioni di euro, ma l’attuale presidente la fermò definendola troppo onerosa. Absolute Blue tentò un ricorso al Tar, che non ebbe seguito, e il progetto fu annullato. La Corte dei Conti ha aperto un procedimento separato, contestando a Di Fatta e Tarantino un danno erariale di 249 mila e 924 euro.