2 Ottobre 2025 Sport Cultura Spettacolo

Scriptopìa seconda giornata. Da Divorzio all’italiana a Mare fuori. Come è cambiata la scrittura per lo schermo.

C’era una volta la commedia all’italiana, oggi ci sono le miniserie. La mattinata della seconda giornata di Scriptopìa, il primo festival dedicato alla scrittura cinetelevisiva, si è configurata come una vera e propria masterclass dedicata all’evoluzione della scrittura per lo schermo dagli anniSessanta a oggi. Davanti a una platea di studenti universitari, come sempre attentissimi, a cui per un giorno si è aggiunta un’intera classe del liceo psico pedagogico Ainis, i professori Federico Vitella- presidente del comitato scientifico del festival- e Antonia Cava, hanno introdotto la storica del cinema Francesca Cantore , autrice del volume Divorzio all’italiana di Pietro Germi- analisi della sceneggiatura, e la sceneggiatrice Anna Mittone, che ha scritto Anna, il primo dei due film protagonisti della prima serata di proiezioni a Santa Maria Alemanna.

Cantore, che studia da anni la commedia all’italiana e ha pubblicato saggi e articoli scientifici su Alberto Sordi, Checco Zalone e altri personaggi del cinema popolare, è intervenuta a proposito di Divorzio all’italiana, un classico del genere che ha dato vita a un intero filone per cui il cinema italiano degli anni 60 e 70 si è distinto sul mercato mondiale.

La commedia all’italiana è nata in un momento storico in cui il nostro paese affrontava il passaggio dal mondo contadino alla prima modernità industriale. Autori come Germi, Monicelli, Risi, Comencini, Scola, avvalendosi di sceneggiatori solidi come Sonego, Age &Scarpelli, Flaiano,Benvenuti e De Bernardi, sono stati in grado di affrontare argomenti drammatici con il linguaggio della satira, dell’ironia, della comicità. Nel caso specifico, Pietro Germi, ispirandosi liberamente a un romanzo semisconosciuto dello scrittore Giovanni Arpino, è riuscito a fare un film sul delitto d’onore e sulla crisi dei rapporti familiari tradizionali che è ancora oggi godibile perché gli autori si sono avvalsi di tecniche narrative molto moderne che fanno parte della cassetta degli attrezzi dello sceneggiatore pure nel pieno del ventunesimo secolo.

È toccato alla sceneggiatrice Anna Mittone invece far comprendere come i cambiamenti sociali, di linguaggio, di produzione e di fruizione dei prodotti audiovisivi intercorsi negli ultimi decenni abbiano consegnato alla storia un certo stile nel fare cinema e televisione per dar vita a un modo totalmente nuovo di scrivere e mettere in scena le storie che appassionano il pubblico.

Anna Mittone ha una lunga e consolidata esperienza nella scrittura di serie tv. Ha collaborato alla realizzazione di serie molto popolari come Un medico in famiglia, Un posto al sole, La squadra.Elisa di Rivombrosa, Il Paradiso delle signore, per cui il suo punto di vista è quello di chi conosce dall’interno i meccanismi che sorreggono le narrazioni popolari e sa adoperarli per ottenere gli effetti voluti.

“quello della narrazione è un dispositivo universale e potente” ha messo in guardia gli ascoltatori “può essere utilizzato per manipolare e scatenare meccanismi di identificazione anche con cose molto brutte”. Vale per i video su youtube delle casalinghe mormoni – le cosiddette Trad wife, che vogliono convincere della bontà dello stare in casa a servire gli uomini- come per serie tipo Gomorra.

La struttura di una narrazione potente – ha ragionato Mittone- ha sempre le stesse caratteristiche: i tre atti, l’individuazione di un conflitto, gli obiettivi dei personaggi, il saper calcolare scientificamente quando lo spettatore si annoierà per potere inserire nella storia punti di svolta ed elementi che fanno salire la tensione drammaturgica.

Anche Anna, un film dalle caratteristiche “autoriali” non sfugge a queste regole. “Bisogna averespirito collaborativo con il regista” ha avvertito la sceneggiatrice “ma anche quello spirito critico che permette di individuare le debolezze dello sviluppo della storia e porvi rimedio in tempo” altrimenti si lavora per sé stessi e non per il pubblico e senza pubblico chiunque, dal grande produttore ambizioso al tiktoker, non va da nessuna parte.

Scriptopìa proseguirà domani 3 ottobre -sempre dalle ore 10- presso il dipartimento di Scienze politiche di Unime, in piazza XX Settembre ,1/4 con la sua ultima mattinata di masterclass, quella più politica, in cui gli sceneggiatori Davide Serino, Enrico Audenino e Loris Lai- coordinati dai prof Alessandro Morelli e Lucia Risicato, parleranno dei propri film, fra cui I bambini di Gaza.

Nella serata di domani, invece, dalle venti, alla chiesa di Santa Maria Alemanna, ci sarà.Nonostante, l’ultimo film di Valerio Mastandrea e, a seguire, i corti I castelli di Milazzo, Lipari e Santa Lucia del Mela, realizzati dal Creative hub messinese; Confine liquido, di Andrea Scimone, documentario sullo stretto di Messina e Mentre tutto si muove, di Pasquale Marino. A tutte le proiezioni saranno presenti gli sceneggiatori o i registi.