4 Novembre 2025 Giudiziaria

Messina: Il traffico illecito di rame e metalli. Chiusa l’inchiesta con 51 indagati

Tonnellate di rifiuti pericolosi smaltiti illecitamente, che procuravano ingenti profitti. Con i viaggi che partivano da Messina verso Catania e Canicattì. Rame, ferro, acciaio, alluminio, che venivano trattati senza le necessarie autorizzazioni.

Ruota intorno a questi aspetti l’inchiesta della Dda di Messina, della Polfer e della Sezione di Pg della Polizia, che adesso registra la chiusura delle indagini preliminari, siglata dai magistrati Roberto Conte e Roberta La Speme. Un’inchiesta che vede adesso ben 55 indagati, 51 persone e quattro società di smaltimento, la Ro.Fe.Me. srl, la 4 Trade srl e la E.L.S. srl., con sede a Catania, e la Eco.Ris. srl, di Canicattì. A giugno le ditte hanno subito tutte il sequestro preventivo con provvedimento della gip Claudia Misale.

L’inchiesta ipotizza il mancato rispetto degli obblighi ambientali e di tracciatura dei rifiuti, concretizzatosi in una pluralità di condotte quali la raccolta, il trasporto, la cessione e il conferimento di ingenti quantitativi di materiale, in un arco temporale compreso tra maggio e settembre del 2022. Gli imprenditori coinvolti avrebbero quindi compiuto violazioni ambientali tali da procurare un ingiusto profitto, consistente nel risparmio dei costi derivanti dalla gestione abusiva e dallo smaltimento illecito dei rifiuti. E ad alcuni di loro è contestata anche l’associazione a delinquere finalizzata allo smaltimento illecito del cosiddetto “oro rosso”, il rame, e delle altre quantità ingenti di metalli. E in un caso gli investigatori hanno tracciato anche i viaggi dei rifiuti metallici provenienti dallo sbaraccamento a Messina nell’area di Camaro San Paolo, che sarebbero arrivati, privi dei necessari nulla osta, all’impianto della Ro.Fe.Me. srl di Catania.

Al vertice dell’organizzazione ci sarebbero secondo magistrati e investigatori il messinese Salvatore Musarra (“capo e promotore”), e la moglie Paola Delia (“organizzatrice”).

Ecco gli altri indagati: Giovanni Nasso, Mario Morgante, Santo Delia, Franco Musarra e Luciano Musarra (di Bronte), Giuseppe Roberti, Angelo Nicolò, Carmelo Batessa, Andrea Borgia, Andrea Medico, Gaetano Paladino, Gioacchino Artesi, Filippo Mangano, Andrea Maressa, l’albanase Denis Rrasa, la romena Loredana Florina Dinu, Eduardo Perrone, Eduardo Alessi, Daniele Silvestro, Sebastiano Abbate, Antonio Andronaco, Antonio Scopelliti, Giuseppe Currò, Filippo Barbuscia, i catanesi Gregory Barbuscia, Vincenzo Santagati, Sebastiano Santagati, Piero Russo e Angela Letizia Erbasecca, Daniele Andronaco, Simone Andronaco, Giuseppe Bruschetta, Raul Bruschetta, Giuseppe Cambria, il romeno George Constantin, Carmelo Costa, Giovanni Costa, i romeni Petre Constantin e Nita Costache, Saverio Crupi, la romena Mihaela Culea, Giovanni Fisichella, Gaetano Lo Presti, Luciano Musolino, il romeno Costel Muti, Antonino Nunnari, Antonino Perrone, Angelo Vento e Santo Venuti.