13 Novembre 2025 Senza categoria

Caro-affitti, precarietà, baraccopoli e studenti senza casa: un presidio contro l’emergenza abitativa a Messina

In occasione della Giornata “Sfratti Zero”, l’Unione degli Universitari, il SUNIA di Messina e l’Unione Inquilini di Messina, sono state in presidio per denunciare, ancora una volta, l’aggravarsi di una crisi abitativa che colpisce migliaia di famiglie, studenti e lavoratori.

Caro-affitti, precarietà, baraccopoli e studenti senza casa: l’emergenza abitativa a Messina non è più un’emergenza, è una condizione strutturale. Dati alla mano, la situazione è drammatica: nel 2024 gli sfratti in città sono aumentati del 13,77% rispetto all’anno precedente, con 190 provvedimenti e 73 esecuzioni forzate. Nel 90% dei casi la causa è la morosità, segno di un impoverimento crescente delle famiglie messinesi. Chi vive di redditi bassi o precari oggi spende fino alla metà del proprio stipendio solo per l’affitto. Non è più un problema temporaneo: è una ferita sociale aperta che si allarga ogni giorno di più.

Studenti dimenticati, mercato privato alle stelle

La città universitaria non offre una casa ai propri studenti. A fronte di 10.000 studenti fuori sede, i posti letto pubblici sono appena 300. Gli affitti nel mercato privato superano i 350 euro al mese per una stanza singola, un costo insostenibile per la maggioranza. Le risorse stanziate – oltre 17 milioni di euro per nuove residenze e manutenzioni – rischiano di restare lettera morta: strutture chiuse da anni, ritardi cronici e interventi mai completati. Intanto, con i fondi del PNRR, società private come Zanklon Capital e Unicampus costruiscono residenze “universitarie” da 650 euro al mese, spacciate per “calmierate”. Solo il 30% dei posti sarà destinato a studenti a basso reddito, e dopo 12 anni i vincoli cadranno del tutto: risorse pubbliche al servizio del profitto privato. Così, mentre si annunciano studentati di lusso, gli studenti continuano a vivere in affitti gonfiati e in case fatiscenti, spesso senza contratto e senza tutele.

Famiglie intrappolate, quartieri dimenticati

A Messina oltre 1.600 famiglie vivono ancora nelle baraccopoli, in condizioni inaccettabili per una città europea nel 2025. Il risanamento procede a rilento, mentre i nuovi progetti rischiano di sostituire il disagio con la speculazione. Le giovani coppie non riescono a trovare una casa a prezzi accessibili e il diritto all’abitare si trasforma sempre più in un privilegio riservato a pochi. A peggiorare il quadro il decreto presentato in Senato da Fratelli d’Italia, che affida a un’agenzia amministrativa il potere di disporre gli sfratti senza passare dal giudice: un provvedimento dai profili incostituzionali e socialmente devastante, che rischia di cancellare ogni garanzia per gli inquilini.

Dal presidio “Sfratti Zero” lanciamo un appello chiaro e urgente alle istituzioni locali e nazionali:

Casa pubblica, non profitto privato: investire in alloggi popolari e studenteschi accessibili, recuperando gli immobili abbandonati e restituendoli alla collettività; Risanamento vero delle baraccopoli: tempi certi, trasparenza e partecipazione dei cittadini; Affitti sostenibili: reintrodurre il fondo per la morosità incolpevole e potenziare i contratti a canone concordato; Stop alla speculazione sui fondi pubblici e controllo reale sugli investimenti PNRR. La casa è un diritto, non un lusso, Messina non può diventare una città in cui solo i ricchi possono permettersi un tetto. Il Comune, la Regione e l’Università hanno il dovere di difendere il diritto all’abitare, non di svenderlo ai privati. Continueremo a esserci, accanto a chi rischia di perdere la casa o di non trovarne una. Perché una città senza diritto all’abitare è una città senza futuro.