L’azienda confiscata agli Ofria. In sedici scelgono l’abbreviato
S’è aperta ieri mattina davanti alla gup Claudia Misale l’udienza preliminare per i diciotto imputati sulla famiglia mafiosa barcellonese degli Ofria.
Che secondo la Procura di Messina continuava a gestire nell’ombra anche dopo la confisca la storica azienda di rottamazione e ricambi auto e smaltimento di rifiuti, anche speciali, nata nel 1980 e intestata “Bellinvia Carmela”, la madre dei fratelli Ofria, Salvatore e Domenico. Con la complicità dell’amministratore giudiziario, il commercialista catanese Salvatore Virgillito, che adesso è accusato di concorso esterno all’associazione mafiosa e peculato aggravato da finalità mafiose. Un’inchiesta della Dda gestita a suo tempo dai sostituti Francesco Massara, Antonella Fradà e Fabrizio Monaco. E ieri mattina in aula, a testimonianza della valenza attribuita all’inchiesta, con il pm Monaco a rappresentare l’accusa c’era anche il capo dell’ufficio, il procuratore Antonio D’Amato.
Sono adesso diciotto, rispetto alle quindici iniziali, le persone coinvolte. I nomi: Giuseppe Accetta, Luisella Alesci, Salvatore Crinò, Antonino Natale De Pasquale, Francesca Tiziana Foti, Angelo Munafò, Antonino Ofria, Carmelo Ofria, Chiara Ofria, Domenico Ofria, Giuseppe Ofria, Salvatore Ofria, Andrea Fabio Salvo, Paolo Salvo, Salvatore Virgillito, Francesco Siracusa, Natasha Ofria e Salvatore Scarpaci. Tutti, ad eccezione di Virgillito, che ha già optato per il rito immediato, e per Natasha Ofria, che ha scelto il rito ordinario, hanno chiesto e ottenuto di accedere al giudizio abbreviato. Alcuni imputati avevano chiesto l’abbreviato “condizionato” a sentire nuovi testi, ma la gup ha rigettato le istanze, quindi si tratta per tutti di giudizi abbreviati “secchi”, cioé allo stato degli atti.
Le date. La gup Misale ha fissato per il 15 dicembre a Barcellona la prima di trattazione per Virgillito, ed accogliendo la richiesta del pm Monaco ha disposto il rinvio a giudizio per Natasha Ofria, al prossimo 19 gennaio. Per quanto riguarda il troncone principale dei 16 giudizi abbreviati la giudice ha stabilito tre nuove date: l’11 dicembre per le richieste della Procura, l’8 e il 22 gennaio per gli interventi difensivi e la sentenza.
Tra i reati contestati l’estorsione, la violazione della pubblica custodia di cose e la sottrazione di beni sottoposti a sequestro, commessi con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosi. Secondo le indagini della Polizia è emersa la “riconducibilità” anche in tempi recenti dell’impresa degli Ofria, che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, di rifiuti speciali e nella demolizione dei veicoli, con sede a Barcellona, ad un esponente della famiglia mafiosa. In questo caso il boss Salvatore Ofria, oggi detenuto in regime di “41 bis”, che in passato ha fatto parte del “direttorio” di Cosa nostra barcellonese, e anche ai suoi familiari. Questo nonostante l’impresa fosse confiscata e affidata ad un amministratore giudiziario fin dal 2011. Ha retto pienamente anche in Cassazione l’impianto accusatorio dell’inchiesta.
La gup ieri ha ammesso l’associazione nazionale antimafie Rita Atria, rappresentata dagli avvocati Valentino Gullino e Goffredo D’Antona, come parte civile. L’associazione Rita Atria, unica presente in aula a chiedere la costituzione di parte civile, ha espresso «grande soddisfazione per la propria legittimazione processuale, risultato di oltre trent’anni di impegno antimafie portato avanti con coerenza, coraggio e dedizione».
Ma ha definito «gravissima e inspiegabile l’assenza in aula dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata» e «altrettanto inaccettabile e politicamente significativa l’assenza del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto».