Liberty Lines temeva le notizie pubblicate sulle avarie
Sminuire i problemi «gravi» dei mezzi di trasporto, stoppandoli, quando questi avevano rilevanza mediatica, con interventi «decisi» da parte dei dirigenti della Liberty Lines. Si evince anche questo tra le pagine dell’ordinanza di sequestro della Procura di Trapani sulla maxi operazione che coinvolge 46 persone e due società di navigazione. E questo mentre i componenti del gruppo sapevano che la Finanza stava indagando sul sistema della navigazione e la sicurezza dei natanti, grazie alle soffiate. Ma poi nel giugno del 2022 c’erano stati anche i sequestri dei cellulari agli indagati, le perizie e l’acquisizione delle tante comunicazioni tra dirigenti e comandanti che lamentavano problemi alle navi e i ritardi sugli interventi di risoluzione. Intanto gli inconsapevoli utenti utilizzavano i mezzi. Il 12 febbraio del 2022 a Favignana attracca il monocarena “Gianluca M” con 14 persone a bordo. Il sito on line del Giornale di Sicilia titola “Favignana, fumo a bordo di un aliscafo al momento dell’arrivo in porto” ed evidenzia la possibilità che la causa del fumo possa essere legato ad un guasto al generatore di corrente. Pronta la smentita: «La grande colonna di fumo era una caratteristica derivante dalla rottura della turbina del generatore di bordo, la priorità è la sicurezza dei passeggeri». La notizia è di dominio pubblico. Sul posto interviene il Rina. La società deve predisporre un altro mezzo. «Se non avesse dichiarato avaria e avesse continuato a viaggiare con l’unità veloce Gianluca M - si legge nell’ordinanza - tale condotta oltre a mettere a rischio la sicurezza dei passeggeri, avrebbe consentito alla società di non sostenere i costi di un’altra imbarcazione».