27 Novembre 2025 Politica e Sindacato

Ponte sullo Stretto, la fiducia di Ciucci. Ma da Pd e 5Stelle partono raffiche

Di Francesco Celi - Nel giorno in cui è giudicato ammissibile l’emendamento alla Finanziaria - a firma dei senatori Nicita e Irto (Pd) - che, in ragione dello stop della Corte dei conti, chiede di superare il definanziamento della quota del Fondo di solidarietà comunale destinata al Ponte per finalizzarla a opere infrastrutturali in Sicilia e Sardegna, l’ad della Società “Stretto di Messina”, Pietro Ciucci, viene audito dalla Commissione sull’insularità della Camera. E riesplodono le polemiche, a due giorni dalla manifestazione - organizzata da 80 tra associazioni e comitati - contro il Ponte che si terrà a Messina. Cosa ha detto Ciucci e quali sono state le reazioni? La tesi, in sintesi, è che «grazie al Ponte sarà superato il concetto di insularità».

Quindi l’analisi partendo dai passaggi che stanno frenando l’opera. «Per quanto riguarda le delibere della Corte dei conti», ha affermato Ciucci, «la definizione del percorso da intraprendere potrà essere assunta dalle competenti autorità di Governo quando saranno note le motivazioni riguardanti la ricusazione del visto da parte» dei giudici contabili «sulla delibera del Cipess e sul 3° Atto aggiuntivo alla Convenzione».

«Completato il controllo di legittimità sulla delibera Cipess sarà avviata la fase realizzativa», si è detto sicuro Ciucci. «Al riguardo siamo fiduciosi e determinati a ottenere dalla Corte una registrazione piena» e non con riserva. «Nel 2033, con il completamento dell’opera», conclude Ciucci, «si aprono scenari del tutto nuovi che renderanno superato il concetto di insularità per una regione con 5 milioni di abitanti che, come valutato da uno studio, ha un costo annuale di circa 6,5 miliardi di euro pari al 7,4% del Pil regionale, a valori correnti del 2018. Sarà un cambiamento epocale per la qualità della vita, la mobilità il tessuto produttivo». Ciucci sostiene anche che il Ponte sarà «aperto 365 giorni l’anno 24 ore su 24».

Le reazioni. Primo a irrompere è il co-portavoce di Avs, Angelo Bonelli, che fra l’altro sarà presente sabato alla manifestazione di Messina: «È gravissimo che Ciucci, ancor prima che la Corte dei conti renda pubbliche le motivazioni della mancata registrazione, paventi una forzatura istituzionale come quella della cosiddetta registrazione con riserva. Una posizione che, oltre a essere del tutto inopportuna, rivela come Ciucci ignori, o finga di ignorare, che la stessa Corte dei conti ha ricusato il decreto del Mit che approvava il Terzo atto aggiuntivo alla convenzione con la Società Stretto di Messina. È l’intero impianto giuridico ed economico della concessione a essere stato giudicato illegittimo: non un dettaglio, ma la tenuta finanziaria ed economica del progetto».

Ancora più netto il deputato M5S, Agostino Santillo: «Se l’ad della “Stretto di Messina Spa” Ciucci non ci arriva da solo, è ora che glielo spieghi Giorgia Meloni: nel 2033 non ci sarà nessun ponte percorribile tra Calabria e Sicilia. Lui e Salvini devono piantarla di raccontare balle agli italiani: a gennaio non verrà avviato alcun cantiere. Un governo con un minimo di amor proprio dovrebbe iniziare a fare una riflessione seria: è il caso di continuare con questa baracconata? Meloni fermi Ciucci».

Infine, una notizia a latere. L’ex rettore di Messina, Salvatore Cuzzocrea, cui ieri sono stati sequestrati 2,5 milioni nell’ambito di un’inchiesta per peculato, è stato sospeso - fa sapere il Mase - dalla Commissione Via Vas, che si era pronunciata in senso positivo sul Ponte.