28 Novembre 2025 Giudiziaria

Sequestro nell’azienda dell’ex rettore Cuzzocrea. “Le basole comprate con fondi pubblici”

Un imprenditore di Belpasso l'ha dichiarato chiaramente alla Guardia di finanza: «Una volta, il professore Cuzzocrea mi disse che avrei dovuto portare parte dei basolati serviti per tre campi nel maneggio dell’Università di Messina al suo maneggio di Viagrande».

Anche nell’azienda dell’ex rettore furono sistemati dei campi nuovi per i cavalli, e adesso sono finiti sotto sequestro. Si tratta di un sequestro probatorio, disposto dalla procura diretta da Antonio D’Amato. Per provare che quel materiale è parte dello stock proveniente dall’università di Messina. Gli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria hanno cercato pure il materiale edile ed elettrico che Cuzzocrea si è fatto rimborsare dall’università, spacciandolo per materiale di ricerca. Materiale di cui hanno parlato altri imprenditori che hanno fatto lavori nella sede dell’azienda agricola “Divaga”, di proprietà della famiglia dell’ex rettore.

La procura di Messina lo chiama il «sistema gestito dall’indagato, il quale, tramite l’uso del meccanismo del cosiddetto rimborso spese (eccezionale e residuale rispetto all’ordinario metodo del cosiddetto affidamento), ha aggirato il sistema ordinario di uso dei fondi di ricerca e di rendicontazione previsto dalla normativa di settore, appropriandosi così di ingenti somme di denaro mediante l’uso di documentazione contabile artefatta, gonfiata o non inerente al progetto».

L’ex rettore Cuzzocrea si sarebbe fatto rimborsare dall’Università anche alcune strane fatture emesse da una società americana. Non ha presentato neanche i bonifici di pagamento, solo quelle fatture, che sono subito balzate all’attenzione degli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria di Messina. C’è il sospetto che siano documenti fantasma: «Alcune fatture dell’anno 2022 non seguono una numerazione progressiva di emissione — spiegano i finanzieri nel loro rapporto alla procura — ovvero, non riportano un numero identificativo progressivamente successivo a quello delle fatture dei mesi precedenti dello stesso anno». Il procuratore D’Amato ha avviato una rogatoria, per chiedere all’autorità giudiziaria statunitense degli approfondimenti. E si è mosso l’Fbi per cercare il titolare della “Rtx Radikal Therapeutics”, tale Andrew Salzman. Responso ufficiale dopo un mese di indagini: «È irreperibile». 

C’è di più. «Sono emersi ulteriori elementi circa l’autenticità della documentazione prodotta per il rimborso — scrive il gip nel provvedimento di sequestro — ovvero sull’inerenza della spesa con l’attività di ricerca condotta dal gruppo del professore Cuzzocrea». Sono stati sentiti i ricercatori che facevano parte del team dell’ex rettore, hanno messo nero su bianco parole che più chiare non potevano essere: «I materiali da laboratorio riportati nella descrizione delle fatture emesse dalla Rtx Radikal Therapeutics, portate a rimborso dal professore Cuzzocrea, non sono stati utilizzati nell’ambito dei progetti di ricerca svolti in collaborazione con il Dipartimento ChiBioFarAm dell’Università di Messina». Parole che adesso vanno ad aggiungersi al pesante atto d’accusa nei confronti del professore Salva- tore Cuzzocrea, accusato di peculato. Nei suoi confronti, il gip Eugenio Fiorentino ha sequestrato 1,6 milioni di euro. Altri 860 milioni sono stati bloccati con un provvedimento d’urgenza firmato dalla procura, che adesso chiede la convalida del provvedimento.