IL “SISTEMA D’ALCONTRES” PER ‘PIEGARE LA FUNZIONE PUBBLICA AD INTERESSI PRIVATI’. L’INFORTUNIO DEL MARITTIMO E LE PRESSIONI DELL’AMICO FRANZA
Di Enrico Di Giacomo - Per gli investigatori c'era un modus operandi consolidato, 'che sfruttava la posizione professionale, scientifica e dirigenziale apicale del prof. Francesco Stagno D'Alcontres', con il concorso della caposala e addetta anche materialmente agli ordini Francesca Melita e Paolo Zona e della ampia rete di collaboratori del professore, "disvelando un sistema realizzato al fine di piegare la funzione pubblica, la professione sanitaria, il ruolo di professore universitario e di dirigente apicale di Stagno D'Alcontres ad interessi del tutto di lucro personale".
Non usa mezzi termini il gip Salvatore Pugliese per definire il 'sistema D'Alcontres' che sarebbe stato utilizzato per decidere sui futuri acquisti di prodotti medicali e per far pesare la sua posizione nella comunità scientifica e nell'ambiente professionale sanitario, in cambio di sponsorizzazioni per il congresso SICPRE di cui è presidente, "ottenendo contributi non voluti dalle società che avevano le commesse con l'azienda pubblica, ovvero ottenendo contributi volontari ma originariamente previsti per somme nettamente inferiori rispetto a quelli poi accertati dai privati sponsor".
I delitti contro la Pubblica amministrazione "sarebbero stati commessi con l'obiettivo di ottenere denaro, in forma privata, dai fornitori e distributori di prodotti medicali inerenti l'attività dell'U.O.C. di chirurgia plastica con la distinta attività di sponsorizzazione nei convegni organizzati, in cui peraltro era previsto un importante contributo per la partecipazione dei giovani medici e universitari".
UNA "IRRIDUCIBILE VOLONTA' CRIMINOSA".
Le indagini, scrive il gip Pugliese, confermano una "irriducibile volontà criminosa e la sussistenza del reale pericolo di reiterazione di analoghi delitti contro la pubblica amministrazione e la pubblica fede". Ma anche "spregiudicatezza e consolidata capacità organizzativa e manipolatoria".
Per il giudice "la personalità prevaricatrice di Stagno e la creazione di una efficiente rete criminale, un vero e proprio sistema, in quanto i coindagati partecipano in modo del tutto volontario, consapevole e fornendo sempre una piena e incondizionata messa a disposizione alle direttive del 'Professore', in modo costante e organizzato, basato sull'induzione a una serie indeterminata di condotte delittuose, dei collaboratori e privati, sono la fonte principale del pericolo di reiterazione".
"Il suo abuso sistematico dei ruoli apicali nell'azienda ospedaliera e nella società scientifica, nell'ambiente professionale, denota una totale strumentalizzazione delle diverse funzioni pubbliche, professionali e scientifiche esercitate", scrive il gip.
"L'eventuale o imminente collocamento a riposo per raggiunti limiti d'età dell'indagato non può ritenersi circostanza idonea a determinare l'affievolimento o l'ablazione delle attuali e concrete esigenze cautelari previste".
Il giudice Pugliese, per motivare l'accoglimento della richiesta di misura cautelare ai domiciliari, parla di "mancanza di resipiscenza", di "prosecuzione delle attività illecite" nonostante il sospetto di indagini, di "propensione al delitto" che non può essere neutralizzata da un evento burocratico come il pensionamento.
Ma ci sarebbe stata anche, scrive sempre il gip, "una manipolazione probatoria nell'indottrinamento di possibili testimoni, nel coordinamento di versioni di comodo", nell'"alterazione di documentazione contabile e sanitaria presso gli studi privati". Comportamenti che si sommerebbero al 'timore reverenziale, alla pregressa autorità', etc. Ma Stagno D'Alcontres, pensando di essere monitorato, avrebbe manifestato, in più occasioni, anche la volontà di 'inquinare le prove', con "sistematiche contromisure tecniche" come lo spegnimento e occultamento dei telefoni, l'uso di Sim riservata (intestata alla segretaria), bonifiche ambientali, 'recite' inscenate. Per tutti questi motivi, secondo il gip, la misura degli arresti domiciliari è l'unica idonea.
L'INFORTUNIO DEL MARITTIMO GEMELLI E L'AMICO FRANZA.
Ma è sul punto relativo alle esigenze per il pericolo di inquinamento probatorio, che il gip cita una vicenda che riguarda l'infortunio sul lavoro del marittimo Antonino Gemelli, dipendente della Caronte & Tourist, ricoverato nel reparto di D'Alcontres il 19 maggio 2024.
Immediatamente dopo l'incidente, l'A.D. della società, l'ing. Vincenzo Franza (che non è indagato, ndr), "amico di Stagno", contatta telefonicamente il professore, non solo per la documentazione medica, "ma per esercitare pressioni e concordare una prognosi inferiore ai 40 giorni (preferibilmente 30), palesando un interesse aziendale sulla classificazione dell'infortunio".
Il giudice delle indagini preliminari, nel citare l'episodio, racconta che Stagno D'Alcontres "mostrò una notevole solerzia nell'assecondare la richiesta dell'amico, sollecitando la collaboratrice, la dottoressa Fazio, per monitorare 'i tempi di guarigione' e inviare la documentazione"
Nonostante le lesioni fossero profonde e più gravi del previsto, richiedendo un decorso più lungo, Franza ribadì la necessità di non superare la soglia dei 30 giorni.
"La sollecitudine verso la compagnia - scrive il gip - contrastò nettamente con l'atteggiamento di Stagno nei confronti delle autorità inquirenti: il 25 maggio 2024, il professore si rifiuta di consegnare la cartella clinica agli ufficiali della Guardi costiera, adducendo che fosse incompleta e ancora 'aperta', fornendo solo la prognosi iniziale di 30 giorni dell'ospedale di Lipari.
In realtà risultò che Gemelli subì ben tre interventi chirurgici e la diagnosi di una frattura della rotula sinistra in aggiunta alle ferite lacerto-contuse, e fu dimesso dopo un ricovero di 50 giorni. "La lettera di dimissioni, co-firmata da Stagno - scrive il gip - risultò anomala in quanto ometteva di indicare la prognosi in giorni e la frattura della rotula, un'omissione che un medico legale nominato dalla procura riscontrò come elemento di una lesione personale grave, con un periodo di malattia superiore a 40 giorni".
"I rapporti tra Stagno e Franza erano anche di natura economica, legati all'organizzazione di un congresso scientifico nelle strutture ricettive del gruppo Franza". Si scoprì successivamente che il rapporto di lavoro di Gemelli con la compagnia era stato cessato il giorno stesso dell'infortunio per 'licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo", senza alcune menzione dell'incidente o della malattia.
A supporto della ricostruzione dei fatti numerose intercettazioni, anche tra Stagno e Franza, che dimostrerebbero, secondo il gip "la particolare propensione all'inquinamento probatorio e alla recidiva da parte di Stagno, posto che nonostante la polizia giudiziaria si presentasse con provvedimento del pubblico ministero, e a fronte dei rilievi della Pg che insistevano per la consegna immediata della cartella clinica relativa all'infortunio, Stagno rifiutava di consegnarla in quanto, seppur formata, "sarebbe stata incompleta"".
"Evidente - conclude il giudice - il senso di impunità e prepotenza anche a fronte di provvedimenti e atti di indagine e nonostante l'intervento della Pg e dell'ufficio di procura di Barcellona Pg".