Nel carcere di Barcellona la polizia penitenziaria scopre telefonini e droga
Sequestrati sei telefoni cellulari e droga nella casa circondariale. Cresce l’allarme sicurezza.
L’ennesimo ritrovamento di telefoni cellulari all’interno del carcere riaccende i riflettori sulla grave e persistente criticità del sistema di sicurezza dell’istituto penitenziario, che fino a pochi anni fa ospitava il soppresso ospedale psichiatrico giudiziario.
La tutela dei detenuti e del personale della Polizia penitenziaria continua a essere messa a dura prova.
Nella giornata di venerdì, gli agenti del reparto di Barcellona hanno portato a termine un’operazione di particolare rilievo, frutto di attività investigative complesse e prolungate.
Il lavoro degli operatori di polizia ha permesso di individuare e sequestrare sei telefoni cellulari, di cui quattro smartphone e due microcellulari, dispositivi la cui presenza all'interno degli istituti di pena rappresenta un vero e proprio vulnus per la sicurezza interna.
Non solo. C’è il rischio concreto che i telefonini possano essere utilizzati per mantenere contatti con l’esterno, impartire ordini o coordinare attività illecite.
Durante la stessa attività, la Polizia penitenziaria ha inoltre recuperato dosi di sostanza stupefacente, circostanza che conferma la costante pressione della criminalità organizzata e delle reti di traffico illegale che, nonostante i controlli, tentano - spesso riuscendovi - di infiltrarsi negli ambienti carcerari.
Il risultato raggiunto venerdì scorso dagli agenti assume particolare rilievo se contestualizzato nella cronica carenza di personale, oltre alla mancata messa in sicurezza della struttura carceraria che affligge il reparto, più volte denunciata dalle organizzazioni sindacali.
Nonostante un organico ridotto e condizioni operative estremamente complesse, gli agenti sono riusciti a condurre un’operazione efficace e accurata, dimostrando professionalità, dedizione e capacità investigativa. Tuttavia, il personale della Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, pur impegnato quotidianamente nel garantire l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto, riesce a scovare le apparecchiature illecite introdotte all'interno del carcere assieme a sostanza stupefacente. Ma la vicenda riporta al centro del dibattito una questione non più rinviabile: l’urgenza di interventi strutturali che rafforzino i sistemi di controllo, migliorino le condizioni di lavoro degli agenti e tutelino la sicurezza della comunità penitenziaria nel suo complesso.