Firenze nega a Borsellino (difeso dall’avv. Repici) le intercettazioni su Mori e l’Antimafia. “È ancora indagato”
Mentre nei teatri lo beatificano, la Procura di Firenze continua a indagare su Mario Mori e le stragi del 1993. Lo sottolinea la capa dell’ufficio inquirente toscano, Rosa Volpe, motivando in questo modo il rigetto della richiesta di Salvatore Borsellino. Il fratello del magistrato assassinato aveva chiesto le intercettazioni disposte nei confronti dell’ex generale dei carabinieri, per difendersi dall’accusa di averlo diffamato. Il 18 luglio scorso, durante un evento pubblico, Borsellino aveva sostenuto che Mori usava “il contenuto dell’agenda rossa”, svanita dopo la strage di via D’Amelio, per “influenzare la Commissione Antimafia, pilotandone l’attività con l’obiettivo dell’occultamento della verità”.
Accuse che si riferivano al contenuto della puntata di Report, trasmessa poche settimane prima: secondo la trasmissione, Mori era stato intercettato dalla Dia di Firenze mentre parlava con ex colleghi e giornalisti per cercare d’indirizzare le mosse dell’Antimafia. Il contenuto degli ascolti era stato ricostruito in tv dalle dichiarazioni di un investigatore anonimo. Fonte definita “fantasiosa” dalla presidente Chiara Colosimo, che aveva negato condizionamenti. Per capire come fossero andate le cose, l’avvocato di Borsellino, Fabio Repici, aveva chiesto copia di quelle intercettazioni alla Procura Nazionale Antimafia, a quella di Palermo e a Firenze.
La procuratrice toscana Volpe e i sostituti Leopoldo De Gregorio e Lorenzo Gestri hanno riconosciuto l’esistenza di un “interesse” da parte di Borsellino ad acquisire atti su Mori, ma hanno comunque rigettato l’istanza. Il motivo? Dopo aver premesso che i termini di indagine “non risultano ancora scaduti”, i pm sottolineano come non sia “venuta meno la natura di detta documentazione di indagine e del connesso regime di segretezza”. Tradotto: l’inchiesta su Mori è ancora in corso e dunque quelle intercettazioni sono top secret. Almeno per adesso. Dalla risposta della procura a Borsellino, datata 15 dicembre, si apprende inoltre che copia degli ascolti è stata inviata pure alla Commissione Antimafia, altro organo “vincolato al segreto”. La notizia dell’indagine su Mori risale al maggio 2024, quando i pm gli avevano inviato un invito a comparire. L’accusa era di concorso nelle stragi del ’93, per non aver impedito le bombe di Firenze, Roma e Milano nonostante ne avesse avuto “plurime anticipazioni”. Contestazioni gravi, sempre negate dall’ex generale. Fonte: Il Fatto Quotidiano