30 Dicembre 2025 Sport Cultura Spettacolo

Un Extraterrestre in mezzo a noi: Eugenio Finardi si racconta a ‘Vite Spericolate’

foto di Enrico Di Giacomo - 

Di Tonino Cafeo - Cercava un “pianeta su cui ricominciare” il protagonista di Extraterrestre, uno dei brani più riconoscibili della vasta discografia di Eugenio Finardi. La canzone racconta i pensieri di un uomo in fuga da sé stesso e alla ricerca di un altrove sfuggente come l’orizzonte che, come scrive l’uruguayano Eduardo Galeano, non puoi mai raggiungere ma ti spinge a camminare. Ce n’è abbastanza perché una generazione inquieta come quella nata fra gli anni '50 e '60 del secolo scorso, ci si riconoscesse in pieno facendone una sorta di manifesto. La stessa sorte è toccata a molti altri brani e all’autore stesso, che se oggi può apparire di nicchia, è stato per quella generazione lo specchio in cui rivedersi per intero ed esprimere attraverso di esso rabbia, desideri, bisogni, visioni individuali e collettive. Sarà per questo che ogni concerto di Eugenio Finardi, anche oggi, nel 2025, è in grado di attrarre un numeroso pubblico che accomuna più generazioni alla ricerca chi dei propri ricordi, chi di una via di fuga da una quotidianità che sa essere angosciante e priva di sbocchi adesso come mezzo secolo fa.

Abbiamo incontrato Eugenio Finardi durante la tappa messinese del suo ultimo tour “Tutto 75/25”, che celebra le sue nozze d’oro con la musica. È venuta fuori una puntata, la n.50 di "Vite Spericolate - storie speciali di persone normali", veramente d’eccezione. Il racconto di un uomo innamorato della vita e delle sue grandi contraddizioni, capace di sognare il futuro e mettersi in gioco senza vivere di nostalgia alla bella età di 73 anni.

Eugenio Finardi è infatti nato a Milano nel 1952 da Enzo, tecnico del suono bergamasco di origine e da Eloise Degenring, cantante lirica e insegnante statunitense. Questa doppia origine, italiana e americana, ha segnato profondamente la sua formazione e le sue successive scelte di vita.

Dopo avere trascorso l’infanzia e l’adolescenza fra Milano e Boston, studiando letteratura inglese, teatro e musica, Finardi si è immerso nella scena rock italiana, con amici e colleghi del calibro di Walter Calloni e Alberto Camerini, insieme a cui ha formato il gruppo rock degli esordi, battezzato Il Pacco, esibendosi nei locali del milanese e ai festival alternativi come il festival del proletariato giovanile “Re nudo” del 1972.

Nel frattempo il musicista milanese ha approfondito la propria professionalità, accumulando collaborazioni come session man polistrumentista e corista. Da Marcella Bella agli Stormy Six, ai fratelli La Bionda, non si contano le incisioni a cui Eugenio Finardi ha partecipato durante la prima metà degli anni '70. Nel 1975 e nel '76 sono usciti anche i primi due suoi album in italiano: Non gettate alcun oggetto dai finestrini e Sugo, che contengono pezzi memorabili come Saluteremo il signor padrone, Musica ribelle e La Radio.

Del 1977 è invece Diesel, con altri brani storici come: Non diventare grande mai, Non è nel cuore e Diesel. Hanno suonato nel disco musicisti di alto profilo come Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi ePaolo Tofani degli Area. Finardi tiene moltissimo alla qualità delle composizioni e delle esecuzioni musicali: la sua apertura mentale e la sua grande preparazione gli consentono di fondere nella sua musica il jazz e il blues con la melodia italiana e la struttura classica dei brani. Rigoroso anche nelle scelte politiche Finardi è diventato la voce del '77 e delle radio libere, ma senza rinunciare alla propria autonomia di giudizio e di percorso: è infatti iscritto al Pci proprio mentre le aree politiche radicali che più lo sostengono vedono il grande partito come il fumo negli occhi.

Dagli anni ottanta in avanti Eugenio Finardi ha proseguito la propria ricerca umana e musicale toccando diversi approdi. Diverse la sue partecipazioni al Festival di Sanremo, mentre sul piano musicale torna a esplorare le sonorità blues e Jazz e su quello sociale si occupa del sostegno alle famiglie di bambini affetti da sindrome di Down o altre disabilità. Coltiva anche uno spiccato interesse per la fisica, la matematica e la geologia, caratteristica abbastanza inusuale per un cantautore popolare, e riversa queste passioni in diverse sue diverse canzoni.

Negli anni più vicini al presente, Eugenio Finardi si cimenta anche in progetti musical teatrali in cui il peso della parola recitata bilancia quello delle note, come Finardimente, nel 2018; conduce programmi alla radio alla Rai e su altre emittenti private (Me, anziano youtuberS, su Radio due Rai e La musica è ribelle su RadioinBlu). Tutto all’insegna di quello che è il suo stile di vita ispirato al cantautore russo Vladimir Vysotski: “Trova il punto estremo e sappilo varcare e vedi di spostareavanti l’orizzonte".

Tutto il resto, la grande amicizia con Franco Battiato, il Ponte sullo Stretto etc, nella nostra intervista esclusiva.

Buona visione.