
Processo “Alto mare”, in appello chiesta la conferma della condanna a 2 anni all’imprenditore marittimo Sergio La Cava
La conferma della condanna a 2 anni all’imprenditore marittimo Sergio La Cava, di una multa da 70mila euro alla Caronte&Tourist Isole Minori spa, e di una confisca di beni per tre milioni e mezzo di euro a carico di La Cava in solido con la società. Ecco in estrema sintesi la requisitoria del sostituto Pg Felice Lima al processo d’appello “Alto mare”, nato dall’inchiesta della Procura di Messina che nel 2020 portò al sequestro di tre traghetti - Pace, Caronte e Ulisse -, della Caronte&Tourist Isole Minori spa, impiegati nei collegamenti La Maddalena/Palau, Trapani/Isole Egadi e Palermo/Ustica. Ne da’ notizia oggi il quotidiano Gazzetta del Sud.
Un procedimento che vedeva le ipotesi d’accusa iniziali di truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni, falsità ideologica e frode nelle pubbliche forniture ai danni della Regione Siciliana. In primo grado, maggio 2024, il processo registrò un ridimensionamento, e rimase in piedi solo la presunta truffa. L’ipotesi d’accusa globale della Procura era in sostanza quella che la compagnia si aggiudicò la gara ma non poteva concorrere perché era carente di uno dei requisiti: le navi erano prive delle necessarie strutture adatte per le “Persone a mobilità ridotta” come i disabili, gli anziani, le gestanti.
In primo grado quattro gli imputati: Sergio La Cava, a.d. di Ngi, incorporata nel 2017 dalla Caronte&Tourist Isole Minori; Luigi Genghi, consigliere e amministratore di Ngi; Edoardo Bonanno, a.d. di Caronte & Tourist Isole Minori; e Vincenzo Franza, presidente di Caronte&Tourist Isole Minori. Nel maggio 2024 però la giudice Sciglio ritenne sussistente solo la truffa, dichiarò prescritto il falso ed escluse la frode in pubbliche forniture. L’unico ad essere condannato fu La Cava, a 2 anni (pena sospesa) e solo per la truffa, mentre gli altri tre amministratori - che rispondevano solo di frode in pubbliche forniture -, vennero assolti. La giudice Sciglio comminò poi una multa di 70 mila euro alla compagnia, e confermò il sequestro di beni, nel frattempo mutato in confisca, per La Cava, in solido con la società, tramutandolo in confisca per 3 milioni e mezzo di euro. Il processo è stato rinviato al 27 ottobre, quando interverranno gli avvocati Antonio Roberti, per La Cava, e Francesco Mucciarelli, per la compagnia. I difensori hanno poi depositato un parere pro-veritate del prof. Guido Alpa, sulla natura del contratto che la compagnia sottoscrisse all’epoca con la Regione.