8 Luglio 2025 Giudiziaria

Tutte le accuse – Corruzione nei Palazzi: Amata verso il processo, la Finanza torna all’Ars

È un lunedì rovente a Palermo. E non per il caldo torrido. Di buon mattino, un cancelliere della procura fa partire le Pec con l’avviso di chiusura delle indagini per l’assessora al Turismo Elvira Amata e per l’imprenditrice Marcella Cannariato, la moglie del patron di Sicily by car. Pesante il reato ipotizzato: corruzione. L’amministratrice della “A&C broker” ha assunto per sei mesi il nipote dell’esponente di Fratelli d’Italia, gli ha pure pagato l’alloggio, e in cambio avrebbe avuto un finanziamento di 30 mila euro per la Fondazione Bellisario. Questa l’accusa mossa dalla procura diretta da Maurizio de Lucia.

L’assessora diffonde una nota in cui «ribadisce l’estraneità a qualsiasi contegno penalmente rilevante». Ma, qualche ora dopo, il suo segretario particolare Giuseppe Martino si dimette: c’è pure lui nelle intercettazioni fatte dal nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo. Con l’imprenditrice Cannariato discuteva di una consulenza legale da 3.000 euro al mese, da fare fatturare alla figlia. Ma nel provvedimento di chiusura delle indagini Martino non c’è. E allora la temperatura di questo lunedì palermitano si alza ulteriormente. Che intenzioni ha la procura sul segretario dell’assessora? Di archiviare? Oppure di prendere altre iniziative? Se lo sarà chiesto pure Martino, che adesso — sette giorni dopo la notizia dell’inchiesta su Amata e su di lui, per quella consulenza pagata alla figlia 18000 euro fra aprile e settembre 2024 — sceglie di farsi da parte. E continuano ad essere ore convulse a Palermo.

La Finanza si presenta all’Assemblea regionale, anche i telefoni diventano roventi. Cosa vorranno adesso gli investigatori che hanno già portato un terremoto a Palazzo dei Normanni? Qualche giorno fa, avevano chiesto la documentazione sull’auto di servizio del presidente Galvagno, utilizzata in modo allegro per accompagnare amiche e parenti. Adesso, i finanzieri puntano più alto: esibiscono un ordine della procura di acquisire gli atti del “maxi emendamento” fatto nell’agosto 2024, quello in cui furono decisi tanti finanziamenti a pioggia per i deputati della maggioranza. È il segno che l’inchiesta si allarga a tutti quei nomi che al momento nelle intercettazioni sono coperti da omissis. In cima, “Uomo 56". In quei giorni, Galvagno diceva di lui: «Vabbè, il consiglio che do io, scriviamo nel maxi emendamento che dobbiamo distribuire… non li scriviamo tutti in fila quelli di “Uomo 56”, perché sennò sono facilmente individuabili». Uno dei collaboratori del presidente, Rino Aitala, rassicurava: «No, siccome andranno poi nei fondi per ogni singolo dipartimento o assessorato, non si vedranno più chi sono». L’altro collaboratore, Alberto Fusco, chiosava: «Vengono ripartiti in sei voci di spesa separati». E Galvagno commentava orgoglioso, era il 17 luglio 2024: «Va beh, importante che noi ragazzi non sbagliamo, perché abbiamo la responsabilità di una manovra tutta nostra (...) è a trazione nostra 100 per cento».

Al termine di una giornata davvero convulsa, resta quell’avviso di chiusura delle indagini per Elvira Amata, è l’atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Ma, intanto, l’assessora non sembra ave- re alcuna intenzione di dimettersi nonostante le contestazioni. Ecco cosa dice il capo d’incolpazione: «Elvira Amata si è fatta promettere e dare da Marcella Cannariato le utilità consistenti nell’assunzione nella “A&C broker” del nipote Tommaso Paolucci (dal 26 settembre 2023 al marzo 2024) nonché nel pagamento delle spese per l’alloggio di quest’ultimo nella struttura ricettiva “Leone suite B&B” nel periodo settembre 2023-marzo 2024 per complessivi 4590,90 euro più Iva».

Per la procura sono i «corrispettivi per l’atto d’ufficio consistito nel decreto assessoriale numero 2598 del 25 ottobre 2023 con il quale Elvira Amata individuava la manifestazione “Donna, economia e potere” promossa dalla Fondazione Marisa Bellisario (di cui la Cannariato era rap- presentante regionale) ai fini della concessione di un finanziamento pubblico di 30 mila euro». Questa la contestazione penale, ma l’indagine ha fatto emergere anche altro: una grande familiarità fra l’imprenditrice e l’assessora originaria di Messina. A Palermo Elvira Amata ha abitato per qualche tempo in un appartamento messo a disposizione da Marcella Cannariato. Sembra che il contratto di locazione sia stato fatto in ritardo e che il mensile effettivamente pagato sia stato più basso di quello segnato nel contratto.