
Asp Messina e “pressioni” politiche: Archiviazione per Razza e Tommaso Calderone
Adesso è definitiva l’archiviazione per gli ultimi quattro indagati dell’inchiesta sui presunti scambi di “favori” all’Azienda sanitaria provinciale di Messina. La gip Monia De Francesco ha infatti accolto la richiesta formulata nei mesi scorsi dalla procuratrice aggiunta Rosa Raffa e dalla sostituta Roberta La Speme, che si erano occupate delle indagini, ed ha emesso un decreto di archiviazione per l’ex assessore regionale alla Sanità e attuale eurodeputato di FdI, il catanese Ruggero Razza, per il parlamentare nazionale di FI e avvocato barcellonese Tommaso Calderone, per il suo segretario particolare Alessio Arlotta, e infine per l’ex commissario straordinario dell’Asp di Messina Dino Alagna, il quale nel settembre del 2023 quando venne raggiunto dall’avviso di garanzia si dimise. Razza era indagato inizialmente per “Induzione indebita a dare o promettere utilità” per un fatto specifico, una nomina all’Asp 5, mentre agli altri tre era contestata la corruzione per la nomina di Alagna a commissario dell’Asp di Messina.
È questa l’ultima pagina giudiziaria di un’inchiesta che sin dal 2023 è stata molto travagliata e fonte di contrapposizioni tra gli stessi magistrati che se ne sono occupati. L’inchiesta sull’attività dell’Asp di Messina e le presunte pressioni politiche in varie fasi temporali, ha avuto infatti un lungo e complesso iter per una profonda diversità di valutazioni tra Procura, Gip e Tribunale del riesame.
L’ultimo nome in ordine di tempo che era stato coinvolto nell’inchiesta dai magistrati era quello dell’ex assessore regionale siciliano alla Salute Ruggero Razza, che era stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi del 319 quater c.p., ovvero “Induzione indebita a dare o promettere utilità” per un fatto specifico. La notizia che riguardava Razza era venuta a galla nel luglio del 2024, e si ricavava da un nuovo atto di conclusione delle indagini preliminari per cinque indagati, diverso rispetto a quello notificato dalla Procura a gennaio del 2024, che invece prevedeva dieci indagati. La spiegazione di questa “duplicazione” la forniva la stessa pm La Speme nell’ultimo rigo del nuovo atto, in cui scriveva che «... il presente avviso di conclusione delle indagini preliminari sostituisce quello emesso in data 21.1.2024». A luglio 2024 quindi per gli altri cinque indagati coinvolti inizialmente a gennaio la Procura aveva proceduto allo stralcio, per richiedere l’archiviazione della posizione.
La vicenda che coinvolgeva Razza era sempre la stessa, il tema-chiave dell’inchiesta, la storia delle nomine all’ente sanitario di Messina, che risaliva al 2021. Secondo l’ipotesi di reato, poi caduta, abusando della sua qualità di assessore regionale alla Sanità mediante la nomina di Bernardo Alagna a commissario straordinario dell’Asp 5 di Messina - all’epoca direttore generale f.f. dell’ente sanitario - avrebbe indotto quest’ultimo a promettergli indebitamente l’utilità consistente nella nomina di Domenico Sindoni quale direttore sanitario dell’Asp 5.
Ma di tutte queste ipotesi d’accusa, non è rimasto in piedi più nulla.