FOTO – Landini a Messina a sostegno della Palestina. Il video integrale dell’intervento del segretario generale
Foto di Enrico Di Giacomo - Una piazza Unione Europea con bandiere, striscioni e voci unite ha accolto la tappa messinese della giornata di mobilitazione generale nazionale per la Palestina indetta dalla Cgil. L’iniziativa, originariamente concepita come appuntamento di confronto e dibattito nella sede sindacale all’interno del percorso “Diritti al Quadrato”, si è trasformata in una manifestazione pubblica aperta alla città (che non ha però risposto per come ci si aspettava), in risposta – come spiegano gli organizzatori – “alla gravità e alla drammaticità di quanto sta accadendo a Gaza”.
Davanti a poche centinaia di persone, ha preso la parola il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che ha ribadito il sostegno del sindacato alla causa palestinese e l’impegno “per la pace, la giustizia e i diritti umani, senza i quali non può esserci futuro di convivenza e sicurezza per nessun popolo”.
«Quello che sta accadendo in Palestina – ha detto Landini – non è soltanto un conflitto locale, ma la messa a rischio dell’esistenza stessa di un popolo e del diritto universale di vivere in pace, in democrazia e in libertà».
Il leader sindacalista ha sottolineato come l’aggressione israeliana, le violenze e i bombardamenti su Gaza stiano alimentando «una spirale di odio destinata a travolgere le persone e i popoli. Pensiamo – ha aggiunto – se uno di noi fosse a Gaza, chiuso in un territorio assediato, senza cibo né cure, sotto le bombe: come guarderebbe al mondo, alla democrazia, all’Occidente? Questo odio non crea pace, ma prepara nuove guerre».
Landini ha ribadito il rifiuto della Cgil alla logica della guerra e della violenza: «Oggi dire no alla guerra vuol dire stare al fianco di chi rischia di scomparire. Non dobbiamo avere paura di allargare il dialogo, di parlare anche con chi non ha scioperato o non è venuto in piazza. La forza del movimento deve essere la non violenza: se cadiamo nella trappola delle provocazioni, facciamo il gioco di chi vuole la guerra».
Il segretario della Cgil ha poi richiamato la responsabilità dei governi: «Non dovrebbero essere i lavoratori portuali a bloccare le navi cariche di armi destinate a Israele, dovrebbe essere il governo italiano a fermarle. Non ci sono più mezze vie: o si sta dalla parte della pace e dei popoli oppure no». La riflessione di Landini si è intrecciata con temi sociali ed economici, denunciando le conseguenze delle guerre anche sul tessuto sociale europeo e italiano: «La guerra impoverisce chi lavora e arricchisce chi specula. Dal 2022 i profitti di banche, assicurazioni e grandi imprese sono cresciuti come mai prima. Intanto lavoratori e pensionati hanno pagato 24 miliardi di tasse in più per colpa dell’inflazione. Queste risorse devono tornare a chi le ha versate e serve una tassazione sulle grandi ricchezze». Un passaggio centrale del discorso ha richiamato l’essenza della nostra Costituzione: «Noi siamo una Repubblica democratica fondata sul lavoro, non sul mercato e sul profitto. Oggi vogliono cancellare il nostro modello sociale, smantellare sanità, scuola e servizi pubblici per consegnarli ai privati. Noi dobbiamo difendere lo Stato sociale, perché senza un sistema pubblico restano solo le diseguaglianze e il privilegio di chi può pagare». «Non basta dire no al riarmo – ha concluso – dobbiamo costruire un modello sociale fondato su giustizia, solidarietà e libertà. Non la competizione tra le persone, ma la dignità del lavoro e la pace. Oggi più che mai è il momento di decidere da che parte stare».
Accanto a Landini, il segretario generale della Cgil Messina, Pietro Patti, ha sottolineato come la mobilitazione sia diventata un atto necessario: “Quello di oggi doveva essere uno spazio di riflessione su diversi temi, ma di fronte al genocidio e allo sterminio di un intero popolo non potevamo restare indifferenti. La piazza è il luogo giusto per far sentire la nostra voce contro la guerra e per riaffermare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese”.
Alla manifestazione hanno preso parte anche associazioni del territorio, attivisti del movimento Messina per la Palestina e numerosi cittadini che hanno risposto all’appello lanciato dalla Cgil. Cori, cartelli e momenti di silenzio collettivo hanno accompagnato la mobilitazione, trasformando la piazza in uno spazio di testimonianza civile e di solidarietà internazionale.
L’iniziativa di Messina si è così inserita nel più ampio calendario di mobilitazioni che, in tutta Italia, hanno visto il sindacato impegnato a richiamare l’attenzione sul tema dei diritti, della pace e della dignità dei popoli.
Sabato nuova manifestazione a Messina: “Fermiamo il genocidio – sostegno alla Global Sumud Flotilla”. Appuntamento a piazza Antonello alle 17:30.