27 Ottobre 2025 Politica e Sindacato

Studentati d’oro a Messina, soldi pubblici per costruire camere da 650 euro: il caso “Archimede”

Messina il diritto allo studio rischia di trasformarsi in un affare per pochi. Nella città dove migliaia di studenti e studentesse fuori sede devono contendersi una stanza a 250–380 euro al mese, l’offerta pubblica copre appena 300 posti letto su circa 10 mila universitari. È su questo terreno fertile che si inserisce l’ennesima “rigenerazione” a colpi di fondi PNRR, con progetti che – dietro la retorica dell’housing universitario – sembrano spingere più verso la speculazione edilizia che verso l’inclusione.

Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha stanziato risorse per 60.000 nuovi alloggi per studenti in tutta Italia. A Messina ne arriveranno 1.800, finanziati con 37 milioni di euro pubblici. A realizzarli sarà la Zanklon Capital, società con sede a Milano ma con radici messinesi nella famiglia Giostra. Tre studentati di nuova edificazione che, a regime, triplicherebbero la disponibilità attuale di alloggi per fuori sede.

Ma dietro i numeri ufficiali, si nasconde una realtà ben diversa. Solo il 30% dei posti sarà riservato a studenti meritevoli o con basso reddito; il restante 70% finirà sul mercato a 650 euro mensili in media, una cifra che supera di gran lunga i prezzi medi della città. “Si finanziano con denaro pubblico residenze private di lusso – denuncia il Partito della Rifondazione Comunista –. È una distorsione inaccettabile: si tolgono risorse alla collettività per favorire operazioni speculative che, dopo dodici anni, torneranno integralmente nelle mani dei privati.”

Il caso più avanzato è quello dello studentato Policlinico, che sorgerà nel rione Minissale, in fondo a via Colleoni, alle spalle di una palazzina di edilizia popolare. La sesta commissione consiliare ha già espresso parere favorevole, con cinque voti a favore e nove astensioni, inviando la delibera al Consiglio comunale per l’approvazione definitiva. Un via libera che comporterà deroghe urbanistiche, nonostante si tratti di opere inserite nel PNRR.

Il progetto prevede 504 posti letto in un edificio di sei piani più due seminterrati, a ridosso di un quartiere popolare già congestionato. Alla seduta hanno partecipato l’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Mondello e il dirigente del Servizio Edilizia Privata Giuseppe Messina, che hanno ribadito la necessità del passaggio in Aula per formalizzare le eccezioni tecniche.

Gli altri due complessi non sono meno imponenti: uno alle spalle del liceo Archimede, in pieno centro, dove sorgerà una torre da 12 piani (10 fuori terra) per 1.088 studenti; l’altro in via Catania, di fronte al Collereale, con 255 posti su nove livelli. In totale, tre strutture che ridisegneranno interi quartieri, con una forte impronta edilizia e impatti urbanistici non trascurabili.

Gli edifici saranno realizzati con strutture modulari prefabbricate, in acciaio e legno, lo stesso sistema usato per il Villaggio Olimpico di Milano. Ogni stanza – di circa 14 metri quadrati – avrà bagno e angolo cottura, oltre a spazi comuni per lo studio e lo sport. Ma ciò che sulla carta appare come modernità, nella sostanza rischia di tradursi in un nuovo modello di “gated community” accademica, dove il diritto all’abitare si trasforma in un servizio premium per studenti facoltosi.

“Questi studentati non risolvono l’emergenza, la privatizzano – affermano i co-segretari del Circolo Impastato, Antonio Currò e Tania Poguisch –. Si usa il denaro dei contribuenti per finanziare edifici che tra dodici anni diventeranno proprietà privata. È una logica di profitto mascherata da welfare.”

Il segretario provinciale Alfredo Crupi rincara: “È un paradosso sociale: si aiutano i soggetti che non ne hanno bisogno e si abbandonano quelli che non possono permettersi una stanza. Il pubblico dovrebbe recuperare un ruolo di programmazione e realizzare residenze accessibili, permanenti e di proprietà collettiva. Qui, invece, si svendono risorse pubbliche per alimentare la rendita immobiliare.”

Il rischio è che, dietro la promessa di un alloggio per tutti, si nasconda l’ennesima operazione speculativa: costruire oggi con fondi Pnrr e incassare domani con la gestione privata. Una partita da 37 milioni di euro che, senza un serio controllo politico e sociale, rischia di lasciare a Messina l’ennesimo monumento all’ineguaglianza.

Il tempo, intanto, corre: servono 12 mesi di lavori per completare i tre studentati, ma la scadenza del Pnrr è fissata a giugno 2026. E mentre le ruspe si preparano ad entrare in azione, resta aperta la domanda fondamentale: questi progetti miglioreranno davvero la vita degli studenti, o solo il bilancio dei costruttori?