29 Ottobre 2025 Giudiziaria

AUTORICICLAGGIO: 39 IGNARI INVESTITORI RAGGIRATI IN UNO “SCHEMA PONZI” DA OLTRE 3 MILIONI DI EURO. SEQUESTRATI CONTI CORRENTI ESTERI, BENI MOBILI E DISPONIBILITA’ FINANZIARIE AD UN CALABRESE

Truffa da oltre 3 milioni: ben 39 risparmiatori sarebbero stati raggirati in un maxi “Schema Ponzi” internazionale. Un’articolata operazione coordinata dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Messina, e condotta sul territorio dai finanzieri della Compagnia di Barcellona, al comando del capitano Filippo Toriello, ha portato al sequestro di beni, conti correnti esteri e disponibilità finanziarie per un valore complessivo superiore a 3 milioni, nell’ambito di un’inchiesta su un presunto “Schema Ponzi” (un sistema di truffa piramidale in cui i capitali dei nuovi investitori servono a pagare fittizi rendimenti ai precedenti investitori). L’indagine, sviluppata sotto la direzione della Procura di Barcellona, guidata dal procuratore Giuseppe Verzera e coordinata dalla sostituta procuratrice Veronica De Toni, ha permesso di accertare l’esistenza di una presunta rete di frodi finanziarie che sarebbe stata orchestrata dal calabrese Massimiliano Arena, 55 anni, originario di Soverato e residente a Londra. Arena, ritenuto il principale indagato, che nel 2021 è già incappato in un’analoga inchiesta assieme agli altri due soggetti, è indagato adesso, nella nuova inchiesta giunta alla conclusione della fase preliminare, per autoriciclaggio, truffa aggravata ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria. In concorso con lui risultano indagati anche Fabrizio Pistorino, 52 anni, di Messina e residente nella Repubblica Ceca, e Fabio Cangemi, 63 anni, di Erice (Trapani), domiciliato a Oliveri. Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre avrebbero agito in stretta collaborazione proponendo a numerosi risparmiatori la possibilità di effettuare investimenti finanziari “sicuri e redditizi” attraverso società estere appositamente costituite. In realtà, tali società sarebbero stati meri schermi giuridici: prive di sedi operative reali, insegne, utenze o qualunque struttura economica concreta. Gli investitori, convinti della solidità dell’iniziativa, avrebbero versato ingenti somme di denaro, attratti dalla promessa di alti rendimenti e della restituzione garantita del capitale. Tuttavia, i fondi raccolti non sarebbero mai stati reinvestiti, ma utilizzati per alimentare un classico “Schema Ponzi”, in cui i guadagni apparenti sarebbero stati coperti con il denaro dei nuovi investitori. Il sequestro, disposto dal Gip di Barcellona, è stato eseguito a seguito di un’articolata indagine avviata dopo le denunce-querele di 9 risparmiatori, che nel tempo avevano segnalato la mancata restituzione dei capitali investiti. Il gruppo di investitori si è poi allargato. Grazie ai riscontri economico-finanziari, è stato possibile ricostruire una galassia societaria che sarebbe stata creata dal calabrese Massimiliano Arena e dai suoi due complici, Pistorino e Cangemi per reimpiegare i guadagni illeciti e occultarne la provenienza. Le società coinvolte – molte con sede formale all’estero – erano collegate a conti bancari e strumenti finanziari attivi in 11 Paesi europei: Bulgaria, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania e Spagna. Grazie alla cooperazione internazionale e al supporto di Eurojust, l’agenzia dell’Ue per la cooperazione giudiziaria, sono stati individuati e congelati 41 conti correnti, anche virtuali, sui quali transitavano i flussi di denaro provenienti dagli investitori italiani. I relativi “Freezing Certificates”, equivalenti internazionali dei sequestri disposti in Italia, hanno consentito di bloccare fondi per untotale di 3.069.800 euro, corrispondente al profitto illecito stimato. L’operazione rappresenta lo sviluppo di una precedente inchiesta condotta nel 2021 dalla GdF di Barcellona, sempre su delega della Procura e con la pm Veronica De Toni, che aveva già portato alla luce una associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva del risparmio e all’abusivismo finanziario nella quale figuravano gli stessi indagati. Questo nuovo filone ha permesso di consolidare e ampliare il quadro accusatorio, individuando flussi finanziari, transazioni e beneficiari finali delle somme che sarebbero state sottratte ai risparmiatori. I presunti autori della frode, avvalendosi della loro esperienza come consulenti nel comprensorio di Barcellona e Patti, avrebbero tratto in inganno decine di investitori, nella piena consapevolezza che le vittime non avrebbero mai ottenuto la restituzione del capitale, né gli interessi promessi. Per il precedente procedimento, nell’udienza camerale del 10 giugno, ottenendo il consenso del pm per il patteggiamento, il giudice del Tribunale di Messina, Eugenio Fiorentin,o ha applicato a Massimiliano Arena, Fabrizio Pistorino e Fabio Cangemi, su loro richiesta, la pena di due anni ciascuno, ordinando che pena rimanga sospesa alle condizioni e per i termini di legge, e la non menzione della stessa nel certificato del casellario giudiziale. I 3 imputati sono stati condannati al pagamento delle spese sostenute dalle parti civili costituite, somma che si determina tra 1.513 e 1.966,90 euro. Per ottenere il patteggiamento gli imputati hanno previsto nei confronti delle parti civili un risarcimento pari complessivamente a 250.000 euro.