L’inchiesta sul caporalato a Barcellona, il giudice ha disposto il giudizio immediato di Maurizio Sebastiano Marchetta
Il gip Giuseppe Caristia, su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera, ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Maurizio Sebastiano Marchetta, 56 anni, e Salvatore Biondo, 56 anni, entrambi di Barcellona, accusati del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il caporalato, ai danni di 9 lavoratori impiegati come pompisti nella stazione di rifornimento di Viale Sicilia gestita dalla società “Sikelia Oil” s.r.l. La richiesta di giudizio immediato è stata avanzata dalla Procura dopo la conferma del quadro cautelare da parte del Tribunale del Riesame di Messina, che ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari nei confronti dei due amministratori. I due imputati citati in giudizio dovranno davanti al Tribunale in composizione monocratica, in persona della dott. Silvia Spina, nell’udienza del 13 gennaio 2026.
A fare da presupposto alla richiesta di giudizio immediato formulata dal procuratore Verzera è stato il precedente passaggio davanti al TdR, presieduto dalla giudice Maria Vermiglio. Il collegio, chiamato a pronunciarsi sui ricorsi presentati dai difensori, gli avvocati Ugo Colonna e Antonino Aloisio, ha disposto il dissequestro delle somme pari a 352.359,23 euro, bloccate sui conti della Sikelia Oil s.r.l. e vincolate ai fini della confisca diretta al momento degli arresti, ritenendo non più necessario il mantenimento di quel vincolo patrimoniale. In occasione del sequestro, il Gip aveva accolto la richiesta della Procura di prevedere, in caso di incapienza dei conti societari, la possibilità di un sequestro per equivalente sui beni personali di Marchetta e Biondo fino al medesimo importo. Il Riesame ha però limitato l’ambito delle misure reali, disponendo il dissequestro delle somme giacenti sui conti della società. Diverso, invece, l’esito per le misure personali: il TdR ha rigettato la richiesta di annullamento dei domiciliari, confermando la misura cautelare, ritenendo ancora attuale il rischio di reiterazione dei reati e il quadro indiziario ricostruito dalla Procura. Marchetta e Biondo restano dunque ai domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico, divieto di allontanarsi dalle loro abitazioni senza preventiva autorizzazione e divieto di comunicare con persone diverse da conviventi o assistenti autorizzati. Proprio questa decisione del TdR ha indotto il procuratore Verzera a chiedere al gip Caristia il giudizio immediato, ritenendo il quadro probatorio già sufficiente per sostenere l’accusa in dibattimento senza passare dall’udienza preliminare e nel rispetto del termine di 180 giorni dall’esecuzione della misura.