7 Dicembre 2025 Politica e Sindacato

Fertility, la Cgil accusa: “Propaganda e disciplina senza diritti, così si colpiscono i lavoratori fragili”

La presentazione del progetto “Fertility”, illustrato dal sindaco Federico Basile come un passo significativo nel percorso di inclusione sociale attraverso l’attivazione di 530 borse, apre un nuovo fronte di tensione con la Cgil e la categoria Nidil.

Il primo cittadino aveva parlato di “un’opportunità per tutta la comunità” e di un modello capace di “rendere Messina più forte e coesa”. Una narrazione che il sindacato ribalta completamente, descrivendo l’evento al Palacultura come una messa in scena “in pompa magna” più orientata alla propaganda che all’illustrazione trasparente di un progetto sociale.

“Una presentazione celebrativa che scarica responsabilità sui tirocinanti”

Secondo la Cgil, la cornice della presentazione tradisce l’intento reale dell’iniziativa. A preoccupare è soprattutto il messaggio rivolto ai beneficiari: non rassicurazioni o contenuti su diritti e tutele, ma richiami alle regole disciplinari e alla responsabilità individuale.

Nel comunicato, il sindacato parla di uno “show carico di paternalismo” nel quale l’on. Cateno De Luca si presenta come colui che, dopo aver guidato lo sbaraccamento, oggi “trova il lavoro agli ex tirocinanti”. Un messaggio che per Cgil e Nidil “sa di propaganda elettorale”.

“Si chiedono doveri da dipendenti senza riconoscere ferie, malattia o contributi”

Il coordinatore Nidil Messina, Ivan Calì, denuncia una “scarsa chiarezza sui diritti” dei partecipanti alle borse.

Secondo Calì, durante la presentazione sarebbe emersa “la volontà di esercitare potere disciplinare e di controllo” sui tirocinanti, definendo un pieno inserimento nell’organizzazione aziendale senza però alcun riconoscimento di diritti basilari come ferie, permessi, malattia o contributi.

Ancora più grave, per il sindacato, è il passaggio in cui si sarebbe affermato che “di fronte a future sanzioni disciplinari non ci sarà sindacato che tenga”.

“Il messaggio è chiarissimo”, afferma Calì: “il lavoro è una concessione e non un diritto, e le organizzazioni sindacali vengono disconosciute poiché questi lavoratori non godono dei diritti del lavoro dipendente”.

“Si normalizza un modello autoritario e si mascherano carenze strutturali di personale”

Il segretario generale della Cgil Messina, Pietro Patti, parla di “un modello in cui il ricatto occupazionale diventa metodo per ottenere consenso”.

Per Patti, la situazione attuale mostra una carenza strutturale di organico nelle partecipate comunali e in enti privati che collaborano con il Comune. In questo scenario, l’impiego massiccio di percorsi di inclusione rischia di “sopperire ai vuoti di personale con manodopera gratuita”, invece di ricorrere ad assunzioni.

“Non contestiamo il progetto, ma il metodo: serve un confronto immediato”

Cgil e Nidil chiariscono di non essere contrari al progetto in sé, che in passato avevano guardato favorevolmente, riconoscendo il valore di iniziative rivolte a persone difficilmente collocabili nel mercato del lavoro.

Ciò che contestano è “la totale assenza di confronto” e la scelta di procedere “in modo unilaterale” nonostante le numerose richieste di aprire un tavolo permanente con le parti sociali.

Per il sindacato, l’attuale modello “non garantisce sbocchi occupazionali stabili”, stabilisce regole senza riconoscere diritti e rischia di consolidare una gestione del lavoro fondata sulla precarietà.

“Chiediamo all’Amministrazione e ai soggetti attuatori – affermano Patti e Calì – di correggere il progetto, introdurre tutele e costruire un percorso sano di stabilità per chi in questi anni ha garantito la sostenibilità dei servizi cittadini”.

Un messaggio che Patti conclude con una stoccata: “Attendiamo risposte dall’Amministrazione di Messina, non di Taormina”.